Si sta ancora discutendo sulla riforma delle pensioni, cercando di capire quale soluzioni adottare. Ecco quello che sappiamo al momento.
Sta per scadere la Quota 103, una soluzione che era stata adottata dal governo Draghi per poter avere una riforma pensionistica in Italia. Il ministro Calderone, però, ha proposto diverse idee come la pensione contributiva per giovani e donne, oppure uno strumento unico per gli esodi incentivati. Il programma, quindi, dovrà essere completato prima dell’effettiva legge di bilancio.
Se così non fosse si ritornerebbe alla legge Fornero, in cui si prevede un fondo pensionistico a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, oppure 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età. In questo caso parliamo della Quota 41, che punta ad essere la miglior riforma pensionistica che si potrebbe adottare nel nostro Paese. Ma che cosa verrà deciso prima dell’arrivo della nuova legge di bilancio?
Riforme pensionistiche, che cosa sappiamo al riguardo: Quota 41 è tra le soluzioni principali
Il governo sta discutendo sulla Quota 41 e sulla Quota 103, non riuscendo a trovare un compromesso degno di nota. Si pensava anche ad una Opzione Donna, dove alcune lavoratrici possono ritirarsi a 60 anni con almeno 35 anni di contributi. Persino questa norma scade alla fine del 2023, il che significa che lo Stato dovrà sbrigarsi a trovare una soluzione.
Nel frattempo sappiamo che a luglio arriveranno degli aumenti per le pensioni minime prevista dall’attuale legge di bilancio. Chi ha un assegno inferiore a 563,74 euro riceverà un incremento dell’1,5% se ha meno di 75 anni, e del 6,4% se ha più di 75 anni. Si parla di un aumento di 8,46 euro in più al mese nel primo caso, e 36,08 euro in più per chi fa parte della seconda categoria.
Il governo ha anche previsto di aggiungere gli arretrati per i mesi precedenti del 2023. Secondo degli studi condotti da Unimpresa, è possibile che nei prossimi quattro anni le spese pensionistiche saliranno fino a 65 miliardi di euro, che equivale ad un aumento del 22% rispetto all’anno scorso. Il costo totale di questi assegni sarà di 318 miliardi di euro quest’anno, con una crescita di 21 miliardi di euro.
Staremo a vedere che decisione prenderà il Governo prima della fine di quest’anno. Per ora la situazione non è ancora chiara, ma è probabile che riceveremo delle notizie importanti sull’argomento in futuro.