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Il ricco assegno che sostituisce RdC: come avere i tanti soldi per le famiglie | Guida pratica

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Maria Grazia Verderame

Il Rdc non esiste più e ora arriva un nuovo sostegno economico sostanzioso. Ecco di cosa si tratta e come richiedere la misura del Governo.

Il Reddito di Cittadinanza ormai non c’è più, perché Giorgia Meloni ha mantenuto le promesse e lo ha eliminato tra le misure al sostegno economico delle famiglie.

Assegno di inclusione dopo il Rdc
Cosa prevede l’assegno di inclusione (lintellettualedissidente.it)

Su 3,5 milioni di percettori del Reddito di Cittadinanza lo scorso marzo 2023, la maggioranza si trovavano al Sud e nelle Isole, con 1,72 milioni beneficiari. Il Nord Italia viene subito dopo, con 424mila percettori, mentre al Centro una quota più ridotta, circa 327 mila. Campania, Sicilia e Lazio erano le regioni con un maggior numero di persone e famiglie che percepivano il RDC. E adesso cosa accadrà a questi beneficiari?

Un grosso assegno sostituisce il Reddito di Cittadinanza: ecco quanti soldi, tanti

Il Decreto Lavoro, noto come DL n.48 del 4 maggio 2023, ha introdotto significative modifiche al panorama previdenziale e alla gestione dei rapporti di lavoro in Italia. Tra le novità è prevista l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza, a partire dal 2024, che sarà sostituito dall’Assegno di Inclusione (Adi). Questa importante riforma segna un cambiamento significativo nel sistema di sostegno economico per le famiglie e mira a favorire un maggior coinvolgimento nel mondo del lavoro e un’efficace inclusione sociale.

Assegno inclusione cosa prevede
Il ricco Assegno di Inclusione (lintellettualedissidente.it)

A partire dal 1 gennaio 2024, ci sarà l’ADI che oltre a un assegno prevede percorsi per l’inserimento sociale, la formazione, l’occupazione e le politiche attive del lavoro. Per ottenere l’assegno di inclusione, i cittadini interessati dovranno iscriversi al Sistema Informativo per l’Inclusione sociale e Lavorativa (SIISL). Successivamente, dovranno sottoscrivere un Patto di attivazione digitale.

Questo garantirà la trasmissione dei dati del richiedente ai Centri dell’Impiego, alle agenzie del lavoro e agli enti autorizzati alle attività di intermediazione. Questo processo mira a favorire l’inserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro. Per ottenere l’Adi bisogna essere cittadino dell’Ue, di Paesi terzi con un permesso di soggiorno nell’Unione Europea, essere cittadino italiano o avere uno status di protezione internazionale.

L’ISEE dei richiedenti deve essere pari o inferiore a 6000 euro annui, moltiplicato per un coefficiente specifico chiamato scala di equivalenza. La residenza principale non sarà calcolata nel patrimonio immobiliare e non deve superare i 30000 euro annui ai fini del calcolo ISEE. Quello mobiliare non deve superare i 6000 euro, questa soglia aumenta di 2000 euro per ogni membro aggiuntivo, fino a 10000 euro.

Nessun membro deve possedere veicoli di cilindrata superiore a 1600 cc o motoveicoli con più di 250 cc, immatricolati per la prima volta nei 36 mesi precedenti. Non devono essere proprietari di navi e imbarcazioni, essere soggetti a misure cautelari, disoccupati a seguito di dimissioni volontarie e non risiedere in strutture a totale carico pubblico.

Quando uno o più membri ha un reddito da lavoro dipendente, il beneficio non influirà fino a un massimo di 3000 euro lordi annui. Questa è una delle principali differenze dal Rdc e chi ha l’ADI dovrà comunicare all’INPS sono i redditi che superano tale soglia. L’ADI va da un minimo di 4800 euro annui fino ai 6000 euro all’anno, moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza a cui si può aggiungere fino ai 3360 annui per chi vive in affitto.

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