Oggi vogliamo parlare del Ceta e cioè il trattato di libero scambio tra Europa e Canada.
Vogliamo capire quelle che saranno le conseguenze per l’Italia perché da questo punto di vista ci sono voci discordanti. Anche perché i grandi mass media non ne parlano tanto o comunque tendono a non essere troppo trasparenti.
Cos’è il Ceta
Cosa prevede nello specifico
Prima di fare le nostre considerazioni sul trattato Ceta, andiamo a vedere cos’è nello specifico e cosa significa. Risulta importante capire non solo qual è il significato del termine ma cosa prevede quello che è il Trattato tra l’Unione Europea e Canada.
Tutti gli interrogativi e i dubbi su questo trattato e su questa intesa sono esplosi di nuovo in Italia nel momento in cui ha rilasciato delle dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova.
Secondo l’opinione del ministro il trattato Ceta può essere positivo perché andrà a mettere in difficoltà la contraffazione, permettendo così all’Italia di essere più competitiva a livello internazionale.
Parlando del trattato Ceta diciamo che il significato è legato a un accordo economico globale. La definizione nello specifico, dal punto di vista etimologico, deriva dall’inglese Comprehensive economic and Trade agreement.
In pratica questo trattato è un’intesa internazionale di libero scambio tra due parti che in questo caso sono Unione Europea e Canada. Per fortuna sono molto facili da comprendere e da individuare quelli che sono i pilastri del trattato Ceta, perché Innanzitutto grazie a questo accordo le imprese europee avranno la possibilità di partecipare alle gare di appalto canadesi .
Altri pilastri del trattato Ceta
Vantaggi e svantaggi
Ma allo stesso tempo le società nordamericane potranno intervenire nelle gare del vecchio continente. In virtù di questo accordo il Canada si adeguerà alle norme europee sul diritto d’autore ma non solo perché entrambe le parti si sono messe d’accordo per quanto riguarda il riconoscimento reciproco di alcune qualifiche professionali.
In definitiva si può dire che il trattato Ceta ha puntato sulla riduzione del 98% dei dazi reciproci ma non solo perché contemporaneamente ha accentuato e favorito scambi e investimenti.
Tra i punti importanti dell’intesa spicca anche quello che ha a che fare con la protezione di prodotti agricoli e alimentari tipici che si può concretizzare grazie al fatto che in Canada non si potranno vendere imitazioni di 140 specialità dell’Unione Europea.
Il ministro Bellanova ha dichiarato più volte che sarebbe bene lavorare per arrivare alla ratifica del trattato Ceta perché solo così l’Italia può diventare competitiva. Ma è bene ricordare che il trattato è entrato in vigore in forma provvisoria il 21 settembre 2017, perché in questi casi prima c’è bisogno della ratifica di tutti gli stati europei compresa l’Italia.
Secondo i sostenitori del trattato questo accordo consentirà sia di ridurre i tassi tra i due blocchi ma soprattutto dovrebbe garantire lavoro, sviluppo e investimenti. Per quanto riguarda la ratifica definitiva dell’accordo sarà importante anche la garanzia della tutela dei prodotti europei anche di quelle italiane.
In sintesi chi è d’accordo con questo trattato sostiene che, considerando che i rapporti tra Canada e Unione Europea saranno semplificati dal punto di vista commerciale e economico, ci può essere una crescita significativa.
Quali sono gli svantaggi del trattato Ceta secondo alcuni critici
Ma ci sono stati anche molti osservatori che non sono d’accordo con il trattato Ceta soprattutto perché, parlando dell’Italia, questo accordo tutelerebbe soltanto 41 prodotti tipici.
Si tratta di un numero abbastanza ridotto se si pensa al dato totale comprensivo di IGP, DOP IGT, e DOC.
In pratica il rischio sarebbe che, considerando quello che prevede il trattato Ceta, potrebbe accentuarsi la contraffazione del made in Italy lasciando troppi spazi da colmare.
In questo senso si è anche espresso l’ex ministro Centinaio che ha affermato che con questo accordo si potrebbe andare verso la penalizzazione delle produzioni locali perché si andrebbe a puntare troppo sulla globalizzazione.
Però non si può negare che per l’Italia ci possono essere problemi anche se molti parlamentari dell’Unione Europea come per esempio Cecilia Malmstrom si è espressa in maniera positiva visto che ha definito il trattato come un progetto ambizioso, moderno e positivo per l’Europa.
Altri parlamentari hanno dichiarato che questo accordo sarà positivo anche per rimettere al loro posto sia Donald Trump e il suo protezionismo, ma anche Madame Le Pen, che vorrebbe chiudere la Francia in se stessa come l’Albania.
Queste dichiarazioni sono state fatte dopo che proprio la seduta plenaria del Parlamento Europeo ha approvato il trattato Ceta alla presenza proprio di Madame Le Pen che abbiamo appena nominato.
Ma non si possono non prendere in considerazione determinati aspetti perché Trump di sicuro non è uno sprovveduto. Inoltre le politiche neoliberiste hanno mostrato le loro falle come era previsto da molti economisti.
Ci basti pensare che nel 2016 la crescita mondiale ha raggiunto il 3%, ritmo definito dal Fondo Monetario Internazionale troppo lento. Del resto era stata proprio il direttore generale del FMI Christine Lagarde ad affermare che l’austerity è un errore.
Conclusioni
Se anche Christine Lagarde, che di sicuro non è populista, si è espressa in questo modo sarà un motivo. Anche se comunque tutti i potenti continuano a ripetere che la globalizzazione è inevitabile e deve funzionare a tutti i costi come è stato affermato al Forum economico mondiale di Davos di un po’ di tempo fa.
Inoltre alcuni vantaggi del trattato Ceta, che sono stati molto enfatizzati dai mass media, hanno qualche falla. Per esempio molti hanno sottolineato come questo trattato farebbe risparmiare agli esportatori del vecchio continente almeno 500 milioni di euro.
Ma non bisogna dimenticare che questo calcolo non è matematico e soprattutto che eliminare i dazi comporterà delle conseguenze e cioè il fatto che sia sul territorio canadese che su quello europeo potranno circolare bene uguale di valore a prezzo, senza alcun controllo.
I risultati quindi non potranno essere entusiasmanti come già si è visto con l’abbattimento delle dogane tra i paesi dell’Unione Europea. In quel caso è successo che, sia le piccole che le medie imprese, avendo pochi prodotti di qualità non hanno avuto gli strumenti per difendersi contro i colossi internazionali.