Con il prezzo del grano in aumento non stupisce scoprire che la situazione si ripercuoterà anche sulla pasta. Ma il costo cambia da città a città.
I commercianti di cereali hanno sopportato l’aumento dei costi di immagazzinamento o trasporto di scorte di cereali e semi oleosi, nell’ultimo anno, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, degli alti prezzi dei raccolti e dell’aumento dei costi operativi come trasporto, assicurazione, carburante, elettricità e manodopera.
A peggiorare una situazione già critica ci ha pensato il ritiro della Russia dall’accordo sul Mar Nero. Cresce la preoccupazione per l’impatto dell’aumento dei prezzi delle materie prime agricole sui paesi più poveri.
I prezzi dei cereali erano diminuiti di oltre un terzo (35%) in base all’accordo, in vigore da poco meno di un anno, nel tentativo di alleviare una crisi alimentare provocata dal blocco russo dei porti ucraini, che aveva impedito il trasporto di milioni di tonnellate di cereali vitali.
Dopotutto, si trattava di un accordo che garantiva un passaggio sicuro per le navi che trasportavano cereali attraverso il Mar Nero.
Questa situazione incide su tutta la catena, fino ad arrivare al costo del singolo piatto di pasta. Tuttavia, la situazione è più critica in alcune città rispetto ad altre. Osserviamo la mappa completa, per capire dove il rincaro sta incidendo maggiormente.
Il prezzo del grano è aumentato sia per effetto della riduzione della produzione, dovuta alla distruzione di ettari di terreni coltivati in Ucraina, sia per la conseguente uscita della Russia dall’accordo sul Mar Nero.
Tutto ciò si ripercuoterà sulle tasche delle famiglie, per le quali si stima un rincaro dei prezzi che sarà pari a circa il 10%. La situazione interesserà tutti i prodotti che prevedono l’uso di farina: pasta, pane, dolciumi, etc.
In termini strettamente economici, la crisi del grano provocherà una spesa maggiorata di 132 euro all’anno. Tuttavia la situazione non sarà la stessa in tutte le città: in alcune ci saranno rincari maggiori rispetto ad altre.
Secondo le stime, Pescara è la città dove un chilo di pasta ha il prezzo più alto: 2,50 euro. Seguono: Cagliari, Genova e Macerata dove per comprare un chilo di pasta servono 2,37 euro.
A Venezia, invece, servono 2,35 euro; mentre a Ravenna e Forlì ci vogliono 2,31 euro; a Modena e Pordenone servono 2,30 euro.
Le città in cui si registrano i prezzi più bassi sono Benevento (1,48 euro), Palermo (1,49 euro), Catanzaro (1,53 euro) e Siracusa (1,54 euro). La città più economica in assoluto è Cosenza con una media di 1,47 euro/kg.
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