Il fotovoltaico è al momento il sistema più consigliato per risparmiare e per rispondere agli obblighi imposti dalla UE.
Un comune cittadino potrebbe però chiedersi se vale davvero la pena installare pannelli fotovoltaici, e soprattutto quanto sia il reale beneficio. In effetti non è facile stabilire una risposta precisa poiché entrano in gioco molte variabili. Possiamo però rifarci ad alcune informazioni che valgono per tutti.
Iniziamo precisando che – una volta scelto il fotovoltaico – possiamo comportarci in due modi: scegliere l’autoconsumo oppure lo scambio sul posto. L’investimento iniziale dei costi di un fotovoltaico è al momento abbastanza conveniente, visti i vari bonus statali e/o comunali a cui si può accedere.
Inoltre una volta avviata l’autoproduzione di energia, si risparmia su quelle spese che incidono molto in bolletta, come la “quota energia”, le imposte, l’Iva eccetera. Non dimentichiamo poi che la motivazione principale per cui dovremmo usare energie rinnovabili è la tutela dell’ambiente.
Se invece vogliamo guadagnare possiamo sfruttare l’opzione dello scambio sul posto. In pratica l’energia che viene autoprodotta in eccesso verrà gestita dal distributore locale. Per attivare questa procedura dobbiamo contattare il GSE e comunicare al nostro fornitore di energia l’avvenuta installazione dell’impianto fotovoltaico.
Le medesime considerazioni si possono valutare anche per un impianto micro-eolico, ma in questo caso è un po’ più difficile trovare la soluzione idonea. Il micro-eolico ha più limitazioni tecniche rispetto al fotovoltaico e in Italia non ci sono molte aziende specializzate.
Come posso calcolare e ottimizzare l’autoconsumo fotovoltaico
Con un impianto fotovoltaico, concepito in base alla singola situazione e necessità energetica, si provvede al fabbisogno di energia, ma non del tutto.
Solitamente il consumo istantaneo, ovvero mentre l’impianto è attivo, si aggira quotidianamente intorno al 30-50% dell’energia prodotta. Per ottimizzare i consumi al massimo potremmo pensare di eliminare il gas e rendere elettrici anche i piani cottura, e scaldare l’acqua sanitaria con il solare termico.
Indubbiamente dovremmo cambiare alcune delle nostre abitudini: ad esempio se oggi facciamo il bucato con la lavatrice di sera per risparmiare in bolletta, col fotovoltaico dovremmo procedere di giorno, quando c’è il massimo di produzione energetica.
Non dimentichiamo poi che grazie alle batterie di accumulo si ottiene ulteriore energia da sfruttare in caso di assenza del sole, o per alimentare dispositivi in bassa tensione. Ricordiamo però che è molto difficile con gli impianti standard civili arrivare a essere autonomi al 100%.
Di questo dovremo tenere conto quando decidiamo di investire alcune decine di migliaia di euro. Purtroppo non siamo più di fronte ad una scelta, perché il piano della UE, divenuto definitivo, imporrà agli Stati Membri di trasformare tutte le case in edifici sostenibili. Entro il 2030 tutte le abitazioni dovranno essere almeno di classe E, per poi passare alla classe D.