L’UE costringe a cambiare casa in un’ottica green ma chi darà i soldi alle famiglie italiane per seguire le direttive?
Entro il 2030 i primi cambiamenti o la propria casa varrà zero. Ecco l’imposizione dell’Unione Europea non tenendo conto che i cittadini non hanno abbastanza risorse.
Difendere il pianeta e porre rimedio agli errori fatti fino ad oggi è giusto. Abbiamo solo la Terra a disposizione e dobbiamo finire di maltrattarla o pagheremo un conto amaro. La natura ha già cominciato a ribellarsi e i disastri naturali degli ultimi tempi ne sono una prova. Purtroppo l’uomo ha questa tendenza ad accorgersi troppo tardi degli sbagli commessi e quando deve poi rimediarvi si tenta ogni strada possibile dimenticando che ogni situazione va contestualizzata.
L’UE con le ultime direttive chiede l’adeguamento delle abitazioni alla svolta green in pochi anni. L’obbligo è per tutti ma non tutte le famiglie hanno gli stessi risparmi. I cambiamenti richiesti impongono una spesa minima di 50 mila euro. Chi la pagherà a chi vive con uno stipendio o una pensione di mille euro o poco più?
I cittadini dei Paesi membri dell’UE dovranno rendere la propria abitazione più efficiente dal punto di vista energetico. Dovranno sostituire la caldaia, i condizionatori, gli elettrodomestici, fare il cappotto termico, installare pannelli solari. Tutto questo per salvare il Pianete e ridurre i consumi ma chi paga le spese?
Nel progetto UE la ristrutturazione delle abitazioni dovrà determinare un passaggio dalle classi F e G alla classe E entro il 2030. L’obiettivo dove essere quello di ridurre le emissioni inquinanti. Poi entro il 2033 dovrà essere compiuto un altro passo verso al classe energetica D. Infine, entro il 2040 il livello raggiunto dovrà essere tale da garantire un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.
L’Unione Europea ha imposto anche l’obbligo di sostituzione delle cucine a gas con cucine ad induzione, dei condizionatori e dei frigoriferi inquinanti con modelli più ecologici e della caldaia a gas con pompe di calore e sistemi più green. Imposizioni giuste per migliorare la qualità dell’aria e per ridurre i consumi di luce e gas ma onerose, impossibile da affrontare per tante famiglie senza aiuti.
Il pacchetto di norme sull’efficienza energetica, dunque, presenta delle difficoltà oggettive in termini di attuazione. Da qui l’inizio dei negoziati tra rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione per raggiungere dei compromessi che non mettano alle strette i cittadini. Tanti i punti in discussione a partire dalla disciplina degli attestati di prestazione energetica. Al momento ogni nazione ha una propria personale disciplina che può non combaciare con quella degli altri Paesi. Occorrerà, dunque, unificare la normativa ma alcune nazioni – tra cui l’Italia – ne risulterebbero svantaggiate.
Dobbiamo preoccuparci? Al momento si tratta di direttive non ufficializzate e non in vigore. Ci sono ancora tanti aspetti da chiarire perciò è meglio aspettare prima di farsi prendere dal panico.
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