L’Agenzia delle Entrate ha comunicato le procedure per controllare i conti correnti e le operazioni finanziarie. Come si combatte l’evasione?
Il Fisco ha ideato una serie di progetti per favorire la digitalizzazione e l’impiego delle nuove tecnologie nell’ambito della protezione dei dati. Le iniziative sono finalizzate all’adeguamento alle direttive del Garante Privacy.
Sul portale istituzionale dell’Agenzia delle Entrate si possono consultare i documenti che specificano quali dati personali vengono utilizzati e quali sono i metodi impiegati per proteggere le informazioni degli utenti.
In particolare, l’Archivio contiene tutte le informazioni riguardanti i conti correnti, i rapporti finanziari, i movimenti, le giacenze e le operazioni effettuate dai contribuenti. La Legge di Bilancio 2020, inoltre, ha introdotto la possibilità di procedere con le verifiche fiscali anche servendosi dei nuovi strumenti tecnologici e dell’intelligenza artificiale. Per questo motivo, è necessario rispettare specifici obblighi per proteggere gli utenti.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile accedere al Data Protection Impact Assessment (DPIA), il processo di trattamento dei dati che il titolare deve effettuare per valutare la necessità e i rischi legati alle operazioni.
Sul sito, inoltre, l’utente può reperire la seguente certificazione tecnica, che specifica le procedure e gli algoritmi in base ai quali avvengono i controlli fiscali anti evasione:
- Documento di valutazione di impatto sulla protezione dei dati;
- Documento illustrativo della logica degli algoritmi;
- Informativa generale sul trattamento dei dati.
Verifiche anti-evasione da parte dell’Agenzia delle Entrate: come vengono selezionati i contribuenti?
È bene precisare che il processo di digitalizzazione non significa affidarsi completamente agli strumenti tecnologici ed eliminare l’intervento umano. Per le indagini di valutazione del rischio, infatti, non si fa ricorso a processi automatizzati. In altre parole, l’impostazione delle indagini e le decisioni relative al rapporto con gli utenti rimangono prerogativa del personale umano.
Le fasi in cui si compone il procedimento di valutazione del rischio di evasione fiscale sono dieci. Nello specifico:
- identificazione dei destinatari;
- scelta delle basi dati;
- messa a disposizione delle basi dati;
- verifica della qualità;
- determinazione del criterio di rischio;
- selezione del modello di analisi;
- accertamento del corretto utilizzo del modello e del criterio di rischio;
- estrazione e riconoscimento dei soggetti;
- test su un campione della sotto-platea di riferimento;
- elaborazione delle liste selettive.
Tutte queste fasi sono affidate a funzionari altamente qualificati.
Ma cosa rischiano i contribuenti che sono stati oggetto di accertamenti? L’Agenzia delle Entrate specifica che gli esiti dei controlli non vengono usati per emettere provvedimenti impositivi, ma per segnalare i contribuenti che sono ad elevato rischio. Saranno, poi, le strutture di controllo a stabilire quali azioni intraprendere.
Questo sistema evita che l’eccessivo automatismo negli accertamenti anti evasione fiscale possa ledere la sfera giuridica dei contribuenti.
I dati personali, inoltre, vengono pseudonimizzati, ossia sostituiti con un codice fittizio (il cd. anonimometro). Lo scopo è scongiurare che, nel trattamento dei dati, vengano associate le informazioni finanziarie ad una determinata persona, prima che sia stato constatato un rischio fiscale.