In che misura incidono – se incidono- i contributi figurativi sulla pensione? Vediamo insieme tutto nei dettagli.
Molte persone si chiedono se i contributi figurativi per invalidità incidano in qualche misura sulla pensione. In questo articolo vi spieghiamo cosa dice la vigente normativa in materia.
I contributi figurativi sono tutti quei contributi che un lavoratore non versa direttamente. Si differenziano, pertanto, dai contributi effettivi che sono quelli che ogni mese un lavoratore versa sottraendo una quota pari a circa il 9% dal suo stipendio. Rientrano tra i contributi figurativi quelli versati durante i periodi di malattia, di maternità, durante il congedo con la legge 104 e durante il servizio militare.
Anche chi ha un’invalidità pari o superiore al 74% può beneficiare di contributi figurativi. In tal senso al lavoratore vengono riconosciuti due mesi in più di contributi per ogni anno lavorato dopo la certificazione della sua invalidità da parte dell’Inps. Se il periodo lavorato fosse inferiore a un anno, al lavoratore spetterà comunque una maggiorazione contributiva pari a 1/6 per ogni settimana di lavoro svolto.
Contributi figurativi e pensione: ecco come funziona
I contributi figurativi sono quei contributi che un lavoratore non versa direttamente all’Inps. Molte persone si chiedono se anche questo tipo di contribuzione possa essere utile ai fini della pensione. La vigente normativa è chiarissima.
È necessario fare una distinzione tra i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi prima del 1996 e quelli che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1996. Prima del 1996 le pensioni venivano calcolate con il sistema di calcolo retributivo. Dopo, con la riforma Dini, è entrato in vigore il sistema di calcolo contributivo, quello che tutt’oggi viene utilizzato per calcolare gli importi degli assegni pensionistici.
Per i lavoratori che rientrano nel sistema retributivo/misto – cioè coloro che hanno iniziato a versare i contributi prima del 1996 – i contributi figurativi per invalidità valgono sia per raggiungere il requisito contributivo minimo per andare in pensione sia ai fini del calcolo dell’importo della pensione. Ben diversa è la situazione di chi, invece, rientra nel sistema contributivo puro e ha iniziato a versare i contributi dopo il 1996. Per costoro i contributi figurativi possono essere utili solo per raggiungere la soglia minima per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Ma non hanno alcuna utilità ai fini del calcolo dell’importo della pensione.
Si ricorda che la maggiorazione contributiva per invalidità può raggiungere massimo 60 mesi pari a 5 anni. Questi possono essere utili per raggiungere i 20 anni di contributi necessari ad andare in pensione con la legge Fornero ma non possono essere utilizzati per accedere alla pensione anticipata. Con Quota 41, ad esempio, è possibile andare in pensione se si ha un’invalidità pari o superiore al 74% e un anno di contributi versati prima di aver compiuto 19 anni. Ma deve trattarsi di 12 mesi di contributi effettivi e non figurativi; altrimenti non si potrà accedere alla pensione con Quota 41.