C’è un’opportunità che le imprese intenzionate a investire in beni strumentali non devono lasciarsi scappare: la nuova Sabatini. Ecco come funziona.
Senza investimenti non c’è ricchezza né futuro, gli imprenditori lo sanno bene. Ecco allora che giunge ben gradita la notizia relativa alla Nuova Sabatini, la misura che prevede importanti contributi per chi sostiene investimenti in beni strumentali. È stata pubblicata la Circolare direttoriale 3 luglio 2023, n. 28277: vediamo tutte le novità.
La circolare in questione fornisce disposizioni sulla concessione, successivamente al 30 giugno 2023, dei contributi “Nuova Sabatini” per le imprese dei settori agricoli e della pesca e acquacoltura a seguito dell’entrata in vigore dei nuovi regolamenti ABER (2022/2472) e FIBER (2022/2473). La stessa circolare apporta alcune modifiche alla precedente, n. 410823 del 6 dicembre 2022, con riferimento all’entrata in vigore dei succitati regolamenti e all’aggiornamento dell’elenco delle certificazioni ambientali di prodotto ricomprese nell’allegato 6/C, ai fini dell’accesso alla maggiorazione di contributo “green”. Ecco tutti i dettagli.
La misura Beni strumentali, meglio nota come “Nuova Sabatini”, è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e potenziare la competitività del sistema produttivo nazionale. L’agevolazione sostiene gli investimenti per l’acquisto o il leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, ma anche per hardware, software e tecnologie digitali.
A beneficiare della Nuova Sabatini possono essere micro e piccole e medie imprese che alla data di presentazione della domanda siano regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca; nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non in liquidazione volontaria né sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria; non rientrino tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea; non si trovino in condizioni tali da risultare “in difficoltà”; abbiano la sede legale o un’unità locale in Italia.
Basta accedere alla piattaforma benistrumentali.dgiai.gov.it per compilare una nuova domanda di contributo e gestire quelle già presentate, consultando all’occorrenza l’apposita guida. Il bando è aperto a tutti i settori produttivi, comprese agricoltura e pesca, ad eccezione delle attività finanziarie e assicurative. I beni finanziabili devono naturalmente essere nuovi e rientrare tra le immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni”, ossia tra le spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’art, 2424 del codice civile. Non sono finanziabili le spese relative a terreni e fabbricati, beni usati o rigenerati, o riferibili a “immobilizzazioni in corso e acconti”.
L’investimento può essere interamente coperto dal finanziamento bancario (o leasing) e assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso. Unici paletti: la durata non superiore a 5 anni e l’importo compreso tra 20.000 e 4 milioni di euro. Il Ministero interviene con un contributo in conto impianti il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, con un tasso d’interesse annuo pari al 2,75% per gli investimenti ordinari, al 3,575% per gli investimenti 4.0 e al 3,575% per gli investimenti green (nel caso di domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023).
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