Ecco come funziona il particolare contratto di compravendita che evita al futuro acquirente di mettersi alla ricerca di un finanziamento bancario.
Il mese di dicembre rappresenta per comportamenti propedeutici il periodo dei regali, della festa e, se possibile, della riconciliazione. Ebbene, sotto il profilo istituzionale, non è un mese semplice da gestire: l’approssimarsi della chiusura dell’anno comporta che si gettino celermente le basi per l’apertura di quello successivo nel segno del rilancio. Di certo, si tratta di un auspicio doveroso date le premesse vissute con difficoltà nel corso di questi ultimi dodici mesi.
Un po’ come un’azienda, anche per il “sistema-Paese” è tempo di chiusure, di rapidi bilanci in vista delle nuove politiche aggiornate alle dinamiche interne e, soprattutto, internazionali. La Nadef, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, pubblicata alla fine dello scorso settembre, ha già comunicato scelte di governo per nulla facili da digerire. In ballo, come di fatto l’emergenza sia divenuta status quo, la stabilità delle casse statali.
Acquistare casa senza mutuo: è possibile?
In principio dell’ultima tornata di precarietà dei conti pubblici vi è il sostanzioso aggiornamento degli importi relativi alle erogazioni di cui si occupa l’INPS in materia previdenziale di pensioni, indennità, assegni sociali e vari altri contributi. Fattore, questo, maturato per legge nel contesto dell’alto tasso del costo della vita, ovverosia l’inflazione, giunta al punto apicale di quest’anno circa all’11%. Il 2023 andrà a chiudersi, invece, con un calo della morsa inflazionistica, attestato al 5,7%.
Sembra certamente un segno positivo per la prossima rivalutazione ISTAT, la quale adotterà il suddetto indice percentuale che resta di natura previsionale (quindi sottoposto ad inevitabile revisione nel secondo semestre 2024, sia in positivo sia in termini negativi). Ma ciò che sta precedendo la prossima manovra di bilancio appare come un esborso (per lo Stato) tale da revisionare una consistente fetta di misure assistenziali (sebbene non senza tentativi compromissori).
Con questo contratto, l’acquirente evita di richiedere il finanziamento
Dal possibile taglio delle pensioni su alcuni settori del pubblico all’aumento di talune tasse e imposte, si contrappongono nuove forme di detrazioni che s’implementano alle vecchie e il finanziamento delle prossime iniziative di detassazione. Sullo sfondo, ulteriori manifestazioni di sanatorie fiscali. Nell’ambito della casa, i proprietari di immobili vedranno ridursi drasticamente i benefici fiscali se rivenderanno prima dei 5 anni l’appartamento appena ristrutturato con l’agevolazione del Superbonus.
Dalla sponda degli acquirenti, permangono preesistenti agevolazioni per accedere ai finanziamenti per la compravendita: una su tutte il bonus mutuo sulla prima casa per gli under 36. L’accesso, però, in virtù dell’alto costo della vita e della precarietà professionale, resta per molti potenziali richiedenti una pericolosa chimera. Pochi forse sapranno che nel contratto di vendita, si può determinare un pagamento a rate dell’immobile, in alternativa alla richiesta stessa di un mutuo.
La consegna effettiva dell’abitazione avviene contestualmente al versamento dell’ultima rata. Tale procedura prende il nome di patto di riservato dominio. La vendita con riserva di proprietà offre dunque, al cedente, la massima garanzia; prima ancora delle chiavi in mano, l’acquirente si fa carico della senescenza e dell’obsolescenza del bene. Tale pratica trova particolare riscontro nella compravendita commerciale.
Prima che il compratore divenga proprietario del bene (al pagamento dell’ultima rata, come detto), nel contratto di vendita viene posta una condizione sospensiva: ciò comporta che pur fruendo del bene, egli non può alienarlo a terzi (scaturirebbe il reato di appropriazione indebita); al contempo, si assume tutti i rischi di perdita o deterioramento. È sufficiente il mancato pagamento di una rata pari all’ottava parte del prezzo pattuito, si procede alla risoluzione del contratto; dal canto suo, il proprietario deve impegnarsi alla restituzione delle rate già riscosse.