I casi sono in aumento, anche nelle Regioni in cui nn si erano mai verificati: ecco come riconoscere i sintomi della malattia di Lyme.
In molte Regioni italiane le persone sono maggiormente a conoscenza delle complicanze possibili derivanti da un morso di zecca. Ma oggi le infezioni si stanno manifestando anche in zone in cui vi era meno incidenza.
In Campania una bambina di soli 4 anni è stata morsa da una zecca e dopo essere stata molto male ha dovuto effettuare il ricovero in ospedale; lì gli è stata diagnosticata la malattia di Lyme.
Nel caso specifico della bambina si è potuti arrivare alla conclusione che l’infezione è stata causata dal morso di una zecca, con cui era venuta a contatto mentre giocava all’esterno della sua casa. Ma i sintomi più gravi della malattia sono comparsi ben 20 giorni dopo l’evento.
È importante, dunque, conoscere la malattia di Lyme e soprattutto prestare maggiore attenzione a quando si fanno passeggiate all’aperto, nei campi, prati o boschi, perché coi cambiamenti climatici le zecche stanno proliferando abbondantemente.
Se veniamo punti da una zecca bisogna innanzitutto rimuoverla nel modo corretto, per evitare che – magari strizzandola – il suo corpo ci trasmetta virus e batteri.
La malattia di Lyme viene veicolata da una zecca infetta, soprattutto quelle che appartengono al genere Ixodese, che trasmette alcuni batteri del genere Borrelia. Proprio a seconda del tipo di batterio che è stato inoculato alla vittima del morso si possono manifestare diversi sintomi, anche se ve ne sono alcuni più comuni.
Tra questi sintomi compaiono: “eritema migrante”, ovvero una grande macchia rossa sulla pelle che si espande dal punto leso dal morso di zecca, e che solitamente ha la forma di un anello; la febbre è un altro sintomo, e spesso è accompagnata da dolori alle osa e ai muscoli in tutto il corpo.
Si potrebbero associare questi sintomi ad una normale influenza, ecco perché c’è il rischio di incorrere in complicanze. La diagnosi della malattia di Lyme, infatti, può essere accertata solamente attraverso esami specifici, che individuano gli anticorpi prodotti dal soggetto per difendersi. È questo il caso, ad esempio, della bambina, per cui si è scoperta la malattia solamente 20 giorni dopo il morso.
Se non curata adeguatamente e/o tempestivamente, in alcuni casi la malattia di Lyme dà degli effetti più gravi, che possono colpire anche il cuore, o innescare paralisi, aritmie, meningite o problemi neurologici.
Queste e altre complicanze possono insorgere anche dopo settimane, mesi e persino anni dall’infezione, ecco perché è importante prevenire al meglio la malattia di Lyme. Attualmente, l’unico modo è quello di auto-proteggersi quando si fanno attività all’aperto, dove c’è erba folta e alta, nei boschi o comunque con fitta vegetazione.
È importante abbigliarsi in modo che le gambe e l’addome siano coperti e si possono usare anche dei repellenti per evitare di essere attaccati dalle zecche. Una volta rientrati in casa è opportuno eseguire un controllo su tutto il corpo, per individuare eventualmente una zecca che si è infilata sotto la pelle. In caso di sospetto o di evidente morso di zecca è sempre bene consultare il proprio medico curante.
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