Esce oggi in moltissime sale italiane uno dei film più attesi dagli appassionati di sport e, in particolare, di motori. Il ricordo di un duello mitico di inizio anni ‘80.
Uno dei team principal, come si dice oggi, che più ha segnato la storia dell’Italia motoristica. Un uomo capace di vincere una sfida che, per molti, è stata pari se non superiore al famoso Davide contro Golia. Quell’uomo, oggi si avvia a compiere 85 anni e avrà sicuramente già visto il film a lui dedicato da Stefano Mordini.
Cesare Fiorio ha un solo grande rammarico nella sua vita. Di non essere riuscito a portare un mondiale di Formula Uno alla Ferrari, nel periodo in cui venne chiamato a risollevarne le sorti nel 1989. Sfiorò il titolo con Alain Prost nel 1990, ma la sua avventura si interruppe all’inizio del 1991 per alcuni dissidi in seno a Maranello. Certo, stiamo parlando di uno dei più grandi manager a livello di motori in Italia. In particolare, nel rally, ha segnato un’epoca, con le innumerevoli vittorie distribuite tra i marchi Fiat e Lancia. È stato uno degli uomini più stimati dall’Avvocato Agnelli.
A contribuire alla sua grandezza quanto accadde nella stagione 1983, che il film “Race for Glory – Lancia contro Audi” ha sintetizzato in quasi due ore di emozionante racconto. La sfida di provare a battere il colosso tedesco Audi con le poche risorse a disposizione della Lancia. Una macchina a due ruote motrici che batte una a quattro. Follia per i più, non per Fiorio. Riccardo Scamarcio porterà in scena, nelle vesti del manager nato a Torino, una delle più incredibili storie di sport dell’epoca. Accanto a lui, attore co-protagonista, sarà Daniel Bruhl, che rappresenterà il rivale. Quel Roland Gumpert, plenipotenziario Audi, che più volte scoraggerà Florio nel tentativo di sfidarlo. Peraltro, Bruhl aveva interpretato un indimenticabile Niki Lauda nel film Rush del 2013.
Il pilota che impersonificherà Walter Rohrl, fuoriclasse dell’epoca, convinto da Florio ad accettare la sua sfida, sarà Volker Bruch. Decisivo sarà il suo apporto, nelle ultime sei gare della stagione, per portare il titolo iridato costruttori in casa Lancia. Florio, in quella stagione, dette il meglio di sé, non solo sui tracciati, ma anche nelle strategie aziendali e nella conduzione del team. Riuscì in un miracolo sportivo, con un mezzo tecnico decisamente inferiore alla concorrenza. Una delle tante storie di fantasia, passione, scaltrezza, capacità e carisma che hanno segnato la vita del nostro paese.. Una vicenda molto istruttiva anche a trent’anni di distanza, che ci dimostra che, per gli italiani, nulla è impossibile.
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