I sughi pronti sono presenti in tutte le nostre cucine, perché sono molto comodi. Ma forse il risparmio di tempo non vale la nostra salute.
Alzi la mano chi non è mai ricorso a un sugo pronto per condire un piatto di pasta: al supermercato ce ne sono tantissimi e richiamano a ricette tradizionali famose e molto buone. Attenzione però a non sottovalutare i rischi per la salute, derivanti dall’uso – soprattutto se continuativo – di alimenti industriali.
Il sugo pronto è una novità nata decenni or sono, e ha rappresentato una vera rivoluzione in cucina: una volta le “massaie” preparavano il ragù, il sugo di pomodoro e altre ricette usando ingredienti freschi, a seconda della stagione e della reperibilità. Oggi basta dirigersi allo scaffale dedicato e possiamo mangiare sughi ai funghi, di carne, al pesto, all’amatriciana, sughi vegetali e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo però gli esperti nutrizionisti li sconsigliano.
Leggi bene l’etichetta, ecco cosa c’è nei sughi pronti che ti farà cambiare idea sulla loro sicurezza
Non è un mistero che medici ed esperti sostengano che il cibo industriale faccia male. Nessuno desidera demonizzare un prodotto piuttosto che un altro, ma i consumatori dovrebbero riuscire ad informarsi di più e meglio sui rischi di un’alimentazione prettamente “pronta”.
Probabilmente in molti comprendono benissimo che all’interno di un barattolo di salsa o sugo ci siano i conservanti, ma questa è solamente la punta dell’iceberg. Per capire se un prodotto sia potenzialmente poco salutare basterebbe in fondo leggere bene l’etichetta. Alcuni dei sughi più amati, infatti, non sono propriamente indicati per il nostro benessere.
Prendiamo ad esempio il classico “pesto alla genovese”: indipendentemente dal marchio o dal prezzo finale, questo tipo di condimento è composto da una lista troppo lunga di ingredienti. In generale, all’interno di un pesto pronto, potremo trovare:
- quasi la metà del totale è composto da Olio di girasole, poi troviamo una piccola percentuale di basilico e di grana padano, e una percentuale irrisoria di olio extravergine di oliva e di pinoli;
- poi troviamo percentuali variabili di sciroppo di glucosio, anacardi, sale, fiocchi di patate, proteine del latte, altri tipi di formaggi, acido lattico, e una serie imprecisata di generici “Aromi naturali.”
Passando ad un classico sugo pronto, “alla carbonara”, potremmo trovare decine di ingredienti, di cui i principali (pancetta, uovo, pecorino e olio evo) in percentuali irrisorie:
- latte intero pastorizzato, zucca, cipolle, burro, olio di girasole, formaggi diversi dal pecorino, amido di patate, farina di frumento, “aromi”, proteine del latte e amido di mais.
Leggendo con attenzione potremmo chiederci cosa c’entrino i fiocchi di patate, le proteine del latte o gli anacardi, o ancora l’amido di patate e la zucca. In realtà tutti questi ingredienti “extra” non sono nocivi di per sé, ma di sicuro stravolgono la ricetta originaria: vengono aggiunti per dare un sapore simile al sugo originario, lesinando sulle materie prime che servirebbero. Ergo, si dà un’idea lontana di una ricetta, aumentando il guadagno e offrendo poca qualità.
A lungo andare, la salute risente sicuramente di un apporto nutrizionale sbilanciato, ed ecco perché i nutrizionisti consigliano di ricorrere il meno possibile a questo tipo di condimenti.