Una vera e propria sindrome, quella definita dai ricercatori dell’Università di Standford “della papera”, che colpirebbe soprattutto i ragazzi
Sarà capitato a qualcuno di sentirsi male a causa della fine del liceo e l’impossibilità di vivere quelle che sono definite delle vere e proprie sensazioni positive e di grandezza personale.
Proprio con la conclusione di un percorso, in cui c’è stata la possibilità di eccellere, si sviluppa la sindrome della papera. Ovviamente questa è una minima parte del quadro che caratterizza questo problema che è molto più complesso.
Nella fattispecie si tratta di un disturbo che riguarda maggiormente gli adulti e che nulla ha a che vedere con pochi e banali sintomi.
Una sindrome (non ancora entrata a far parte dei manuali ufficiali, ma che è già stata individuata dagli esperti) che è assolutamente complicata da comprendere. Questo soprattutto per coloro i quali non hanno mai provato sensazioni di profonda felicità, proprio durante il periodo di studi, in cui ci si sentiva invincibili.
E per questo la sindrome della papera si definisce come un comportamento che viene a sopraggiungere in un momento particolarmente carico di stress, in cui si pensa di aver perso la bussola e non avere più la notorietà di cui si godeva in tempi migliori. Non ci si riesce a mostrare vulnerabili.
Invece di rivolgersi ad una persona cara o uno specialista per superare il momento, chi è affetto da questa sindrome tenderebbe a reagire in una maniera del tutto diversa, che non poco avrebbe a che fare proprio con l’animale di cui prende il nome.
Starnazzare invece di affrontare il problema, ecco cosa comporterebbe la sindrome della papera
Quando i ragazzi si sentono particolarmente stressati, soprattutto le donne, legate ancora ad alcune aspettative vincolate ad antichi retaggi culturale, reagiscono in un modo del tutto particolare.
Un modo di porsi sempre sicuri di sé anche quando tutto sembra venir meno, una modalità di comportarsi prolungata e grave. Non si reagisce con una manifestazione di pianto o con il voler cercare aiuto, ma con il comportarsi come una papera. Alla stregua degli stessi animali, che sono “i grandi abitanti del lago”, le persone che hanno successo al liceo scivolano sullo specchio d’acqua, facendo paura a quelli che vengono a definirsi “i pesci più piccoli”.
Ma c’è un “però”… Quando le pressioni aumentano o comunque vi sono delle problematiche, che perdurano si va a provare quella che è un’ansia forte e continua. L’essere stati “gli animali più grandi del lago” all’università o al liceo fa sì che queste persone abbiano delle difficoltà a farsi vedere vulnerabili, pertanto la tendenza è quella di nascondersi e non mostrarsi. Un atteggiamento che si evidenzia quando chi è affetto da questa sindrome vive un momento non perfettamente performante.
Come una papera si continua ad avanzare starnazzando con un sorriso stampato sulla faccia. Ma ovviamente ci sono conseguenze negative nel mostrarsi diversamente da come ci si sente.
Chi soffre della sindrome della papera tende, quindi, a dimostrarsi sempre infallibile. Questo comporta l’accettare lavori che non piacciono, relazioni che non soddisfano, amicizie che non gratificano. Ecco perché, se ci si sente in questo modo e si sospetta tale problematica, meglio assolutamente rivolgersi ad uno specialista che possa aiutare a risolvere il tutto.