Ammirare le stelle cadenti nel mese di agosto: quali sono le dati migliori?
La notte di San Lorenzo, il 10 agosto, è perfetta per guardare le stelle cadenti. Una data conosciuta da tutti e riportata anche da Pascoli nella sua poesia riferita alla morte del padre. Eppure non è l’unica data in cui le stelle cadenti ci regalano uno spettacolo magnifico e unico, che ci sembra surreale. Intorno al 10 di agosto, si assiste ad un’esplosione e alla liberazione di uno sciame di meteorico delle Perseidi, con scie luminose che sfrecciano nel cielo notturno.
Si possono contare fino ad un centinaio e oltre di stelle che lasciano la loro scia, per poi scomparire nel nulla. Nonostante la festa di San Lorenzo si celebri il 10 agosto, i momenti migliori per partecipare a questo spettacolo mozzafiato si verifica tra l’11 e il 13 agosto. Prima dell’alba della domenica del 13 ci sarà il picco di attività massima delle stelle cadenti. Vi ricordiamo che il nome “stelle cadenti” non significa nulla in astronomia. Quello a cui assistiamo sono meteore, polveri o frammenti di corpi celesti che si attivano quando entrano a contatto con l’atmosfera terrestre.
Lo sciame meteorico delle Perseidi, che è conosciuto anche con il nome di Lacrime di San Lorenzo, è in attività già dal 17 luglio, fino al 24 agosto. Perciò, in questo lasso di tempo potrete accorgervi che nel cielo potrà esserci qualche stella cadente. Ovviamente, l’intensità non sarà la stessa del periodo intorno al 10 agosto, poiché raggiunge la massima concentrazione. Tuttavia, potrete ammirare qualche stella, con una certa attenzione e nel luogo più buio che troverete.
Vi siete mai chiesti come mai il nome di San Lorenzo è associato alle stelle cadenti? Ve lo raccontiamo noi. San Lorenzo nasce in Spagna, si trasferì a Roma successivamente, insieme al suo amico Sisto II, che diventò Papa. Il Santo, durante il suo arcidiaconato, si prese cura delle persone meno abbienti. Ma nel 257, l’Imperatore Valeriano, decise di emanare un editto per eliminare tutti i vescovi, i diaconi e i presbiteri, della Chiesa Romana, presenti, tra i quali rientrava anche San Lorenzo, che fu arso vivo sulla graticola. Dunque, il Santo, nei dipinti, viene rappresentato con l’oggetto del suo martirio: la graticola.
In quel periodo dell’anno, il cielo era stracolmo di stelle cadenti, che furono metaforicamente connesse ai tizzoni ardenti posti sotto l’oggetto del martirio di San Lorenzo. Le scie che vediamo, vengono chiamate Lacrime di San Lorenzo, per ricordare il pianto del Santo. Eppure, secondo la tradizione, San Lorenzo avrebbe affrontato la sua morte con coraggio ed ironia, lanciando frasi di sfida ai suoi assassini, mentre piano piano si spegneva tra le fiamme.
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