E’ una pratica molto maleducata quella di sedersi al bar senza consumare. Ma è anche illegale? Ecco cosa dice la legge italiana.
E’ certamente un gesto considerato maleducato da molti quello di usufruire dei tavolini del bar senza consumare niente. Spesso sono gli stessi proprietari o dipendenti che lo fanno notare, ricordando che ci si può sedere soltanto se si deve ordinare da bere. La motivazione è piuttosto semplice, in quanto occupare un tavolino significa far perdere un’occasione di guadagno per il gestore del locale.
Infatti, se tutti facessero così o se dieci persone occupassero un tavolino dove soltanto la metà consumano, un bar avrebbe un introito decisamente minore. E’ infatti una regola di educazione quella di sedersi al bar solo se si deve consumare da bere o mangiare. Ma ci si può appellare alla legge quando qualcuno occupa dei posti che non dovrebbe occupare? Ecco cosa dice a riguardo il legislatore.
Anche se sono definiti locali pubblici, il bar è un posto privato poiché appartiene a chi ha acquistato la licenza, il locale e chi paga il suolo pubblico per i tavolini. Per questo sono luoghi aperti al pubblico, da non confondere con luogo pubblico, come le piazze, i parchi, molte spiagge libere e le strade. Questi esercizi commerciali sono infatti accessibili soltanto a chi paga la consumazione. Anche se non si fa un illecito, il proprietario ha tutto il diritto di contestare la brutta abitudine di occupare i tavolini e le sedie senza ordinare niente.
Così come può contestare anche chi accede ai suoi bagni senza aver preso nemmeno un bicchiere d’acqua. Dunque nessuno ha diritto di utilizzare un servizio che non gli appartiene, perché privato. Il gestore o un dipendente può di conseguenza cacciare il cliente che non consuma niente e denunciare il cliente che non abbandona immediatamente il locale o non consuma.
Il legislatore dice che i gestori non possono cacciare un cliente senza motivo legittimo, ovvero rifiutare prestazioni dell’esercizio e chiunque le richieda o ne corrisponda il prezzo. Uno degli esempi se il barista cacciasse un avventore solo per il suo credo religioso o altri motivi di natura personale, che si traducono in comportamenti discriminatori e per questo sanzionabili dalla legge. Anche se occorre pagare il prezzo del servizio ed essere clienti ma il bar può rifiutare la prestazione per un legittimo motivo anche se si paga. Uno degli esempi è quando il cliente è visibilmente ubriaco e molesto e vuole continuare a bere.
Anche se questi paga, il barista può cacciarlo dal locale in quanto la sua condotta sta dando fastidio alla clientela o agli stessi dipendenti. Per lo stesso motivo, può cacciare anche chi si siede al tavolino senza consumare, poiché sta arrecando un danno economico all’azienda e perché si tratta di un esercizio privato accessibile solo a chi paga la prestazione offerta.
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