l collezionismo di monete è un hobby che viene praticato fin dall’epoca romana, e che oggi attrae milioni di appassionati in tutto il Mondo.
Ogni moneta racconta una storia unica: l’era in cui è stata coniata, le persone che l’hanno utilizzata, e persino gli eventi storici che ha potuto “testimoniare”. Nel mercato numismatico, però, ci sono sia monete che valgono poco, sia monete che valgono tantissimo (anche svariate migliaia di euro). Ciò dipende da diversi fattori, come la rarità, il grado di conservazione, la domanda tra i collezionisti e il significato storico o artistico. Tra gli esemplari più preziosi troviamo sicuramente le care vecchie lire, che negli anni hanno acquisito sempre più rilevanza e importanza.
La moneta che analizzeremo oggi è quella da 100 lire, soprannominata “aquila sabauda”, coniata nel 1903 e nel 1905. Questo esemplare rappresenta uno dei pezzi più ambiti e prestigiosi nel mondo della numismatica italiana, anche dal punto di vista estetico. Sul dritto, queste monete presentano l’effigie di Vittorio Emanuele III rivolta verso sinistra, circondata dalla scritta “VITTORIO EMANUELE III” e adornata in basso dalla firma dell’incisore “SPERANZA”. Il rovescio offre uno spettacolo maestoso: l’aquila araldica, con le ali spiegate e sormontata da una corona, simbolo della Casa di Savoia. L’anno di coniazione e il valore nominale sono incisi in basso, accanto alla lettera “R”, che indica la Zecca di Roma. Un dettaglio affascinante è la variazione nel colore dell’oro utilizzato per alcune monete, che può presentare una tonalità quasi rossa, attribuendo a ciascun esemplare un carattere unico.
Il valore delle 100 lire “aquila sabauda” supera di gran lunga quello del metallo prezioso di cui sono composte, ossia oro 900. Con una tiratura limitata a soli 1.978 esemplari, divisi tra 966 nel 1903 e 1.012 nel 1905, queste monete sono diventate oggetti di desiderio per i collezionisti di tutto il Mondo. Lo testimoniano le cifre raggiunte nelle aste più recenti. Un esemplare coniato nel 1903, in uno stato di conservazione pari al Fior di Conio, può arrivare ad una valutazione superiore ai 50.000 euro. Mentre un esemplare del 1905 può raggiungere una quotazione che va dai 25.000 ai 35.000 euro. Queste cifre confermano sicuramente lo straordinario interesse che vi è per queste monete, così come le 100 lire del 1923.
Per i collezionisti, possedere una di queste monete non significa solo avere un pezzo raro, ma entrare in possesso di un vero e proprio tesoro che trascende il suo già notevole valore materiale. Quindi, se possiedi queste 100 lire conservale gelosamente, e magari falle valutare da un perito numismatico. Non è raro, infatti, trovarsi nelle mani dei falsi ben realizzati, o degli esemplari che presentano delle imperfezioni, che possono abbassare di molto il loro valore economico.
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