Scopri a cosa si riferisce questo termine inglese e capisci se anche tu hai subito questa ingiustizia senza neanche rendertene conto.
Nell’era della globalizzazione, lasciamo spesso spazio a neologismi che prendono ispirazione dalla lingua inglese per esprimere concetti che, altrimenti, non sapremmo identificare. Uno di questi si chiama “manspreading”. Se ne sta parlando moltissimo in questi giorni: durante la Milano Fashion Week, infatti, è andato virale sui social un video in cui si vedono, seduti in prima fila, Annalisa, Michele Morrone e Bianca Balti. Rispetto alle due donne, l’attore occupa così tanto spazio da far sembrare quasi che le due signore siano sedute in seconda fila. Michele Morrone non voleva certamente mancare di rispetto alle persone sedute accanto a lui, ma è l’esatta esemplificazione di quel fenomeno chiamato “manspreading”.
Il manspreading descrive un comportamento tipicamente maschile. Consiste nell’adottare una postura seduta con le gambe eccessivamente divaricate, occupando così uno spazio sproporzionato rispetto a quello realmente necessario. Accade soprattutto in luoghi affollati o su mezzi pubblici, come treni, autobus e metro. Questo atto, che a prima vista può sembrare innocuo o semplicemente scomodo, rivela in realtà dinamiche di potere, e sono il riflesso di una cultura più ampia di dominanza e mancanza di considerazione verso gli altri, in particolare nei confronti delle donne. Ora che sai cos’è il manspreading potresti realizzare di averlo subito anche tu. Ad esempio, quando, cercando un posto a sedere in un mezzo affollato, ti sei trovato di fronte a una persona seduta con le gambe talmente allargate da occupare più spazio del necessario, costringendoti a stringerti o a rimanere in piedi. Questa invasione dello spazio personale non è solo una questione di comfort, ma parla di un linguaggio corporeo di prepotenza, che spesso è a discapito degli altri.
La lotta al manspreading richiede intelligenza e comprensione del fatto che lo spazio pubblico è di tutti. Innanzitutto, è essenziale riconoscere il proprio diritto allo spazio personale, senza sentirsi intimiditi dall’occupare il posto che ci spetta. In situazioni meno congestionate, scegliere di sedersi altrove può essere una soluzione semplice, ma nei momenti di maggiore affollamento, l’affrontare il problema diventa inevitabile. Una strategia per farsi rispettare può essere quella di attirare cortesemente l’attenzione sulla questione, con un linguaggio chiaro ma rispettoso, magari con un tocco di umorismo per alleggerire la tensione: “Scusami, potresti fare un po’ di spazio? Anche le mie gambe hanno bisogno di un posto a sedere!”. Questo approccio non solo segnala la consapevolezza del proprio diritto allo spazio ma invita l’altro a riflettere sulle proprie azioni in modo non conflittuale. Inoltre, la sensibilizzazione e la discussione aperta su tematiche come il manspreading contribuiscono a creare una cultura di maggiore rispetto e consapevolezza delle dinamiche di genere nello spazio pubblico.
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