La parola tricotillomania può sembrare buffa, ma si riferisce comunque a un disturbo doloroso e poco conosciuto: un comportamento ripetitivo che inzia giocando coni capelli.
Con il termine tricotillomania viene indicato un disturbo comportamentale che consiste nello strapparsi i capelli, fino a “epilare” intere zone del cuoio capelluto. A cosa è dovuto? Come lo curiamo?
La tricotillomania è un disturbo caratterizzato dall’estrazione ripetuta di peli (sopracciglia, peli pubici, peli ascellari, ecc.). Le persone affette da questo problema si strappano i capelli in modo compulsivo, un po’ come un tic, sia per alleviare la tensione o l’ansia, sia “di riflesso” senza pensarci troppo.
I bambini e gli adolescenti sono i più colpiti, ma il disturbo può manifestarsi a qualsiasi età. La causa di questa “mania”? È poco compreso. Si tratta però di un disturbo psicologico, caratterizzato da difficoltà nel controllo degli impulsi, che ha anche origini genetiche e neurologiche. Anche se sembra innocua, questa condizione può avere conseguenze significative, sia estetiche che psicologiche.
Alcune persone possono giocare con i loro capelli fino ad arrivare al punto di strappare intere ciocche. Con il passare del tempo, la situazione può degenerare fino da avere aree del cuoio capelluto completamente calve. E molto spesso, a questa abitudine di tirare si associa un sentimento di vergogna, anche di disagio psicologico: la persona si nasconde, non ne parla, al punto che la diagnosi spesso tarda ad arrivare.
L’origine e la causa della malattia è relativamente poco compreso dai medici. La tricotillomania è un comportamento ripetitivo incentrato sul corpo (in inglese “comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo”), allo stesso modo dell’onicotillomania (mangiarsi le unghie) o della dermatillomania (che consiste nel grattarsi o lacerarsi la pelle in determinati punti).
Spesso è difficile affrontare il problema, soprattutto se la persona colpita nega il proprio disturbo o si rifiuta di parlarne. A volte, al contrario, la persona è consapevole del proprio tic e lo verbalizza senza troppo imbarazzo. Sfortunatamente, molti medici non hanno ancora familiarità con la tricotillomania e la diagnosi a volte viene fatta solo dopo molteplici visite mediche, comprese visite a vari dermatologi.
Infine, spesso è attraverso la visita di uno psichiatra o di uno psicologo, che conosca approfonditamente la malattia, che si può iniziare il trattamento. Una volta che il problema è stato “confessato”, riconosciuto e fatta la diagnosi, è il momento di iniziare il trattamento.
L’obiettivo: abbandonare questa cattiva abitudine, certo, ma anche alleviare il disagio che può essere associato ad essa o che può spingere la persona a compiere questo gesto, più o meno consapevolmente. Inizialmente, la terapia aiuterà il paziente a prendere coscienza della propria tricotillomania e a conviverci.
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