Siamo reduci da un weekend storico per il rugby italiano, con la straordinaria vittoria dell’Italia nel Sei Nazioni contro la fortissima Scozia.
Non vinceva da 11 anni allo Stadio Olimpico di Roma un match del Sei Nazioni. Non faceva due risultati utili nello stesso torneo sempre dal 2013. L’Italrugby, battendo la Scozia sabato scorso, ha sfatato, in un colpo solo, questi due tabù. È ancora presto per dirlo, ma potremmo essere di fronte a un gruppo di ragazzi che potrebbe davvero fare la storia del rugby. E non solo a livello nazionale. La squadra a disposizione del tecnico Quesada è forte, ma, soprattutto, molto giovane. Ben 5 su 34 sono stati gli esordienti convocati per il prestigioso torneo che mette di fronte i colossi del rugby europeo. 18, invece, i giocatori che non raggiungono le venti presenze.
Un’Italia multinazionale
Un australiano di origini samoane, due francesi di origini italiane, un sudafricano naturalizzato, un italo inglese da parte di madre, un oriundo argentino. Più un gruppo di ragazzi, nati nel Belpaese, che si è appena affacciato al mondo del grande rugby. Questa è la nazionale che vuole conquistare più spazio anche sui media. La nomea di squadra perdente, inutile, vaso di coccio tra quelli di ferro, dopo l’impresa di sabato e il pareggio sfortunato contro la Francia, cambierà? Lo speriamo tutti, per uno sport da sempre visto come il parente povero, in Italia, del calcio. E, se conoscessimo gli stipendi dei protagonisti, beh…altro che più povero, ci verrebbe da dire.
Gli stipendi dei rugbisti
Nel campionato italiano, i rugbisti sono ancora considerati alla stregua di dilettanti. L’Italia ha due club, Benetton Treviso e Zebre, che partecipano al top 14. Una lega che raggruppa squadre provenienti da nazioni differenti: Galles, Irlanda, Scozia, Sudafrica. I due campionati di riferimento per l’intero mondo del rugby, invece, sono quello inglese e quello francese.
Di conseguenza, per guadagnare dei buoni stipendi, i giocatori hanno due possibilità. O militare per squadre della Top 14 o essere tesserati per club d’oltremanica o d’Oltralpe. Nel primo caso, possono arrivare a guadagnare cifre tra i 50 e 100 mila. Le due squadre italiane, per esempio, sono sostenute dalla federazione con un contributo importante che permette loro di garantire questi stipendi. Tuttavia, lo status dilettante dei giocatori, seppur professionisti di fatto, non aiuta a incassare di più.
Chi invece privilegia l’estero, può arrivare a ricevere stipendi che oscillano tra i 200 e i 300 mila euro. Chiaramente dipende anche dal livello della squadra per cui si gioca. Ange Capuozzo, il nostro miglior giocatore, milita per lo storico club dello Stade Toulousain e dovrebbe percepire un compenso che supera questa cifra. Anche se non ci sono dati ufficiali. Tuttavia, come si evince, sono cifre pari, se non inferiori, a quelle percepite da almeno un centinaio di calciatori di Serie A. Non solo in Italia, ma anche in Francia e Inghilterra, dove il rugby ha sicuramente una tradizione assai superiore a quella del nostro paese.