Si diffonde sempre di più la moda del “No Wash”: in cosa consiste e perché questa pratica non proprio igienica è sempre più di moda.
Il periodo storico che abbiamo appena vissuto ci ha insegnato che igienizzarsi a dovere quando si esce fuori di casa – farlo anche quando si è in casa non sarebbe male comunque – limita i rischi di contagio e la diffusione di malattie batteriche e virus. Tuttavia da qualche tempo a questa parte, in aperta controtendenza con questa lezione, si sta diffondendo la moda del “Low wash” e la sua versione estremista, il “No wash”.
Le basi di questo movimento ambientalista sono anche giuste. I partecipanti si fanno portatori di un’abitudine che potrebbe essere fondamentale nella lotta al consumismo energetico e più in generale agli sprechi. Tutti noi siamo soliti mettere a lavare i nostri capi di abbigliamento dopo uno o al massimo due utilizzi per evitare che questi si sporchino troppo, accumulino troppi batteri e comincino ad emanare un odore non proprio gradevole.
Si tratta di una questione d’igiene ed una regola di buona convivenza sociale. Tuttavia è vero che alle volte c’è un eccesso di pulizia e ci sono persone che lavano i propri capi anche quando non ce ne sarebbe reale bisogno. Questo comporta un maggior utilizzo di detersivi e della lavatrice con conseguente spreco di sostanze dannose per l’ambiente e di energia elettrica, anch’essa dannosa per il nostro habitat e anche per il nostro conto corrente.
Cos’è il “No Wash” e per quale motivo va di moda
Complice il periodo storico non esattamente esaltante che stiamo vivendo, con tutte le problematiche economiche ad esso annesse, sempre più persone adottano la polica del “Low Wash”. Di fatto queste persone evitano di lavare i propri indumenti se non è proprio necessario, riducendo dunque al minimo le lavatrici settimanali e gli sprechi. Potrebbe trattarsi di una buona abitudine, ovviamente se implementata nel nostro stile di vita in maniera logica e flessibile.
Logica e flessibilità che non appartengono ai fautori del “No Wash”, ovvero a coloro che evitano di lavare i propri capi. La moda più seguita è quella di indossare sempre lo stesso paio di jeans durante l’anno senza mai lavarlo. C’è persino un campionato mondiale – Indigo Invitational Fade Competition – in cui i partecipanti fanno a gara per chi è ha il paio di jeans più sfruttato senza averlo mai lavato. La media di utilizzi senza lavaggio dei partecipanti di questo festival alla sua quinta edizione è di 150/200.
Anche i più convinti sostenitori di questa politica d’utilizzo dei capi di vestiario non possono negare che questa pratica porti i jeans a sviluppare un olezzo insopportabile. Motivo per cui hanno studiato dei metodi per rimuovere i cattivi odori. C’è ad esempio chi versa della vodka o chi spruzza dell’aceto sulle parti meno profumate. La maggior parte, però, preferisce i “bagni di sole”: lascia i jeans sotto il sole e all’aria aperta per diverse ore al fine di far scomparire il cattivo odore, funzionerà?