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Perché il blues è anche chiamato la “musica del diavolo”? E da cosa ha origine il termine “blues”?

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Erica Oldano

Tutti la ascoltiamo, ma solo pochi sanno davvero perché si usa il termine “blues” per definire questo genere musicale. Ma non è tutto: se anche tu sei un appassionato sai già che questa è anche detta la “musica del diavolo”. Tuttavia, ad oggi, la vera ragione è sconosciuta alla maggior parte delle persone.

Il genere blues ha definito per lungo tempo la storia della musica americana. Questo genere ha origini lontane sia nel luogo, sia nel tempo. La musica blues è arrivata a noi solo diverso tempo dopo, soprattutto in seguito alla nascita e alla diffusione della radio e della televisione.

Nel XXI secolo non abbiamo problemi di accesso alla musica, perché abbiamo a disposizione 1000 piattaforme di streaming musicale ed altri mezzi. Questi ci permettono di ascoltare tutta la musica che vogliamo in ogni momento e in ogni luogo ci troviamo.

Tuttavia, devi sapere che non è sempre stato così. Infatti, prima dell’avvento della radio, i diversi generi musicali venivano ascoltati solo in specifiche parti del Mondo. Se continuerete in questa lettura, stiamo svelarvi tutto ciò che ancora non sapete sulla musica blues.

Perché il blues è anche conosciuto con questo nome (e soprannome)

Gli Stati Uniti sono un territorio vastissimo, nonché un immenso crogiolo di culture. La musica che potevi ascoltare in California era dunque ben diversa da quella diffusa nello stato di New York. Il blues nasce negli stati americani del sud nel XIX secolo. Questa era la musica degli schiavi afroamericani che lavoravano principalmente nelle piantagioni di cotone e in quelle di tabacco.

Questo genere nasce dalla fusione e dall’evoluzione dei canti africani spiritual e di quelli del lavoro. Gli artisti, ovvero gli schiavi in questo frangente, cantavano il dolore e la sofferenza che provavano conducendo quella vita. Insicurezza, paura per la propria incolumità, pregiudizi e costanti maltrattamenti o ancor peggio linciaggi erano alla base di questa musica.

Il blues venne così presto associato all’espressione inglese “the blue Devils”, ovvero i diavoli blu. Questa espressione era però anche usata per descrivere l’astinenza dall’alcol. Infine, quest’espressione subì un’evoluzione diventando “the blues” e voleva indicare uno stato psicofisico negativo di depressione, agitazione e malessere.

La musica del diavolo: ecco l’artista che ha influito nella definizione di questo termine e gli altri mostri sacri

Ma perché il blues è un genere associato alla figura del diavolo? Robert Johnson, cantautore blues e chitarrista afroamericano, ha sancito il rapporto tra il genere blues e il diavolo per via di una leggenda.

Secondo questa storia, pare che l’artista avesse venduto la propria anima al diavolo per la fama e per raggiungere il successo. Sembra infatti che Johnson fosse agli inizi un artista mediocre, ma che tutto cambiò all’improvviso. A far sì che molti ritenessero vera questa leggenda c’era il fatto che conducesse una vita spericolata e che amasse esercitarsi nei cimiteri. Infine, alcuni testi delle sue canzoni fanno chiaro riferimento al diavolo, come ad esempio “Me and the Devil” e “Hellhound on my trail”.

Tra gli esponenti più noti del blues abbiamo colui che era definito il “re del blues” B.B. King, ma non solo. A fare grande il genere blues sono stati anche Muddy Waters, Little Walter, John Lee Hooker.

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