Il 5 marzo del 1876 è un giorno storico per l’Italia. Nessuno, all’epoca, poteva pensare che quello che allora stava nascendo, oggi avrebbe compiuto 148 anni.
Un pezzo di storia del nostro paese, ma non solo. Uno dei quotidiani più autorevoli d’Europa. Prima che arrivasse la televisione, la fonte di informazione per antonomasia. “C’è scritto sul Corriere”, “L’ho letto sul Corriere”. Questo dicevano i nostri nonni prima e i nostri padri dopo.
Una storia lunga 148 anni che ha accompagnato l’Italia durante tutta la sua storia. Infatti, il Corriere della Sera è nato nel 1876. Esattamente quindici anni dopo l’unità del nostro paese, sancita da Vittorio Emanuele II il 17 marzo del 1861. Il 5 marzo del 1876, invece, a Milano, usciva il primo numero ufficiale del Corriere della Sera.
Il Corriere e i suoi primi anni di vita
Eugenio Torelli Viollier: questo il nome del fondatore. Il primo editore, invece, fu Riccardo Pavesi. Dalla loro unione, all’inizio dell’anno ‘76, nacque l’idea di pubblicare il Corriere, che vide la luce proprio il 5 marzo. Fu scelta una domenica di Quaresima, la prestigiosa location di piazza della Scala e una tiratura di 15 mila copie, con una foliazione di quattro pagine. Fu subito un grande successo. Cinque centesimi il prezzo di un numero, con distribuzione a Milano e provincia. La prima redazione fu stabilita in Galleria Vittorio Emanuele. Tutti questi dati fanno capire quanto fosse forte il legame col capoluogo lombardo. Che non verrà mai meno, neppure quando, nei decenni successivi, il quotidiano assunse una rilevanza nazionale.
Le grandi firme del Corriere
Le 100 mila copie vendute raggiunte nel 1905, che raddoppiarono in 5 anni, fino a raggiungere le 600 mila nel 1920. In pochissimo tempo, il Corriere divenne la testata nazionale di riferimento in Italia, accompagnando il nostro paese nei tragici racconti di guerra. Non appoggiò mai l’avvento di Mussolini, anzi, seppe resistere e comunque incrementare i suoi numeri. Fino al raggiungimento del milione di copie dopo il delitto Matteotti del 1924. Certo, poi, fu costretto a soccombere con l’inizio della dittatura, quando gran parte dei suoi quadri dirigenziali furono esautorati.
Ritornò in grande stile con la prima pagina del 1946, quando annunciò l’avvento della Repubblica, al termine del primo grande referendum a suffragio universale. Da lì cominciò la seconda grande epoca d’oro del Corriere, quella segnata da giornalisti straordinari come Montale, Montanelli, Buzzati, Mosca, Spadolini e Flaiano. A cui si aggiunsero, negli anni, Pansa, Eco, Ostellino e Fallaci. Solo per citarne alcuni.
Un quotidiano che ha passato diverse ere, oltrepassando spesso il milione di copie vendute, risultando sempre, o quasi, il più letto dagli italiani. Ancora oggi, la sua autorevolezza è unanimemente riconosciuta, nonostante il cartaceo sia superato, come numeri, dal virtuale. 148 anni di storia, però, sono un bel traguardo e tanti ancora ce ne saranno in futuro da raggiungere.