Talvolta sentiamo dire che in Estremo Oriente le città non hanno indirizzi. Questo è ovviamente un errore. Tuttavia, il sistema con cui vengono identificate le aree della città è profondamente diverso dal nostro, e si basa sull’identificazione del palazzo, non della via su cui sorge. Le quali infatti non hanno un nome.
Sembra paradossale, ma se andremo in viaggio a Tokyo non potremo fare riferimento sul classico indirizzo che con una parola ed un numero identifica la via che vogliamo raggiungere. Lo sapevi che in Giappone le vie non hanno un nome e che i numeri civici non sono in ordine?
Se indicheremo la nostra destinazione ad un tassista, dovremo fornire un lungo elenco di informazioni. La prima è il nome del distretto della città, che identifica l’area amministrativa maggiore. Dopodiché dovremo fornire il nome del quartiere. Poi, dovremo fornire 3 numeri. Il primo rappresenta l’isolato di riferimento, il cosiddetto chome. Dopo questo indicheremo il blocco di edifici ed infine il numero del palazzo.
A ben vedere la logica dietro il sistema di indirizzo giapponese è ferrea. Anche un forestiero totalmente a digiuno dei nomi delle strade, infatti, potrebbe ritrovarsi. Gli basterebbe conoscere la logica alla base del sistema e, al più, i pochi nomi delle macroaree delle città. Al contrario in un sistema che utilizza il nostro metodo identificativo non potrebbe fare a meno di farsi istruire da un locale sull’ubicazione precisa. Infatti, se è impossibile predeterminare a logica quale sia Corso Garibaldi, è possibile predeterminare quale sia il blocco di edifici numero 8 all’interno di un determinato isolato numerato.
La vera crisi potrebbe però cogliere il viaggiatore che deve trovare il numero civico. L’ordine infatti non è stabilito necessariamente dalla posizione dell’edificio all’interno della via. Segue, invece, un criterio cronologico. Gli edifici costruiti per primi sono quelli che hanno un numero identificativo inferiore. Non necessariamente questo riflette la posizione nella via, tanto meno quando sono intervenute nel frattempo delle nuove costruzioni nello spazio prima vuoto. In questo caso, infatti, l’edificio più recente avrà un nuovo numero. Per risolvere questo problema normalmente i giapponesi indicano un punto di riferimento ben evidente nella zona. Una volta le aziende fornivano delle piccole rappresentazioni del quartiere per indicare l’ingresso. Oggi, per fortuna, la tecnologia ha risolto gran parte dei problemi. Anche se tutt’oggi è davvero frequente che i tassisti si perdano.
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