AA.Secondo gli ultimi dati l’Italia non è più un paese per i giovani, poiché tutti gli under 35 rischiano di non avere neanche la pensione.
Attualmente molti giovani stanno vivendo un periodo pieno di incertezze, a causa del lavoro altalenante e della futura pensione che appare come un sogno proibito. Ma com’era la vita prima dell’introduzione del sistema pensionistico? Innanzitutto, in Italia nel 1898 fu introdotta la Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia, ma era una specie di sistema pensionistico facoltativo. Nel 1919, invece, diventò obbligatorio e l’età della pensione venne fissata a 65 anni.
Tuttavia, in quegli anni l’aspettativa di vita degli italiani era di circa 60 anni, soprattutto a causa della Prima Guerra Mondiale. Ad ogni modo, prima dell’introduzione della pensione pochissime persone arrivavano all’anzianità, poiché agli inizi del ‘900 si moriva mediamente dopo i 50 anni.
Recentemente sono stati pubblicati i dati sul presente e sul futuro dei giovani under 35. In modo particolare, si evince che questa fascia di età potrebbe andare in pensione a 74 anni con un assegno mensile di circa 1.600 euro lordi, chiaramente se si lavorasse costantemente senza mai perdere il lavoro fino al 2057.
Per quanto riguarda i lavoratori con la partita IVA, potrebbero percepire circa 1.650 euro lordi al mese, che corrisponderebbero a 1.128 euro al netto dell’Irpef, se lavorassero fino a 74 anni. Inoltre, queste cifre equivalgono a 3,3 volte in più l’assegno sociale mensile. Secondo gli esperti, il sistema pensionistico italiano non è equo e negli anni si rischia di dividere le classi sociali ancora di più. Infatti, coloro che hanno un reddito più basso rischiano di rimanere nel mondo del lavoro addirittura 3-6 anni in più, rispetto a chi raggiunge un reddito più alto. Inoltre, un altro grave problema da affrontare è la precarietà, che porta a lavorare in modo discontinuo.
Naturalmente, coloro che non riescono a versare i contributi in modo costante negli anni, difficilmente accumuleranno 40 anni di lavoro e, di conseguenza, la loro pensione diventerà un sogno proibito. Tuttavia, in Italia ci sono tantissimi anziani e pochi giovani lavoratori, perciò l’equilibrio tra coloro che pagano i contributi e quelli che ricevono la pensione non è dei migliori.
In altre parole, è molto difficile migliorare il futuro dei giovani cambiando il sistema pensionistico, poiché oggi l’intero sistema poggia su una società prevalentemente anziana. Pertanto, in un paese normale, dove tutto funziona bene, i contributi versati oggi servirebbero a finanziare le pensioni degli attuali anziani. In questo modo si creerebbe un sistema equilibrato tra entrate ed uscite. Quindi, ciò che spaventa maggiormente del futuro è il fatto di dover essere costretti a posticipare l’età pensionistica. Addirittura fino ai 74 anni, per arrivare a percepire una pensione che potrebbe essere sempre irrisoria.
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