Negli annali della moda sportiva degli anni ‘80, un nome spiccava tra gli altri con la sua combinazione di stile audace e innovazione tecnica, era Sergio Tacchini. Questo marchio italiano, fondato dal tennista omonimo nel 1966, ha segnato un’epoca con i suoi eleganti capi sportivi che incarnavano lo spirito libero e dinamico di un’intera generazione.
Il marchio Sergio Tacchini, nel corso degli anni, ha subito alti e bassi, fino a diventare in gran parte un ricordo nostalgico dei gloriosi giorni passati degli anni ‘80. Ma qual è la sua storia attuale? A chi appartiene oggi e quale valore ha mantenuto nel mercato moderno? Sergio Tacchini è stato un pioniere nell’introdurre lo stile italiano nel mondo dello sportswear. Grazie alla sua esperienza come tennista professionista, Tacchini ha capito l’importanza di unire funzionalità e moda negli abiti sportivi.
Negli anni ‘80, Sergio Tacchini era al culmine del successo. I suoi capi erano indossati da icone della cultura pop, da tennisti di fama mondiale a celebrità del cinema e della musica, conferendo al marchio un’aura di glamour e uno status importante. Ma con l’avvento di nuovi concorrenti e con i cambiamenti nei gusti dei consumatori, Sergio Tacchini ha iniziato a perdere terreno sul mercato. La mancanza di innovazione e di adattamento alle nuove tendenze ha contribuito al declino del marchio.
La storia di Sergio Tacchini negli ultimi anni è fatta di rilancio e investimento. Puntando sull’appeal retro degli anni ‘80, sono state create collaborazioni con designer e influencer. L’intento è stato quello di rinvigorire l’immagine del marchio, attirando l’attenzione di una nuova generazione di consumatori. Dopo un periodo di crisi nel 2007, Sergio Tacchini ha affrontato una nuova fase della sua storia con il suo ingresso nel gruppo aziendale H4T. È finito sotto la guida di Billy Ngok, presidente di Hembly International Holdings, che ha trasformato l’azienda in una brand company. Questo cambio di gestione ha portato alla chiusura della sede produttiva dell’azienda a Bellinzago Novarese, segnando una svolta significativa nella struttura operativa del marchio.
Nel 2013, Sergio Tacchini è passato sotto il controllo della società Wintex Italia, diventando Sergio Tacchini International e trasferendo la sua sede a Milano. Questo periodo ha visto il marchio ampliare la sua presenza nel mondo dello sport, diventando sponsor del Monte-Carlo Rolex Masters e delle federazioni tennis serba e monegasca. Nel 2019, Sergio Tacchini ha nuovamente cambiato proprietà, questa volta passando sotto il controllo di due private equities americani. Con il cambiamento di ownership, il marchio ha cambiato denominazione in Sergio Tacchini Operations e ha trasferito la sua sede a New York. Questo spostamento geografico potrebbe indicare una strategia di espansione e un rinnovato focus sul mercato statunitense e internazionale.
Sergio Tacchini ha continuato a consolidare il suo legame con il mondo del tennis attraverso il sostegno diretto agli atleti. Tra i tennisti sponsorizzati spiccano nomi di rilievo nel panorama tennistico internazionale. Atleti come Novak Djokovic, uno dei più grandi giocatori di tennis di tutti i tempi e proveniente dalla Serbia, hanno indossato fieramente l’abbigliamento del marchio durante le prestazioni in campo. In passato, Ivanisevic, vincitore del torneo di Wimbledon, ma anche Mats Wilander, che ha dominato il tennis negli anni ‘80. Per non parlare di Gabriela Sabatini che ha contribuito a promuovere il marchio con la sua presenza sul campo e il suo stile elegante. E Vitas Gerulaitis, che con il suo carisma e il suo stile di gioco ha portato il marchio Sergio Tacchini ai massimi livelli della visibilità nel mondo del tennis.
Il marchio è stato venduto nel 2007 per una cifra che si avvicina ai 42 milioni di euro e il giro d’affari secondo le ultime tabelle sarebbe di 10 milioni di euro. Non si tratta di numeri che spiegano la grandezza del marchio. Ma sappiamo che il passaggio dagli anni ’80 ai temi recenti non è stato facile per nessuno. Sergio Tacchini comunque rimane nell’immaginario collettivo, i video delle grandi imprese sportive documentano il passato glorioso. Il Made in Italy ha un fascino intramontabile, che i nuovi marchi difficilmente sono in grado di emulare.
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