Si parla molto spesso di lauree, ma chi è stata la prima donna laureata al Mondo? Ricordiamoci che fino ad un certo punto le donne non potevano andare all’Università oppure erano escluse da alcune facoltà. Ma scopriamo un po’ di più su questo argomento.
Laurearsi significa raggiungere un titolo di studio rilasciato da un istituto superiore come l’Università. Ci sono tante facoltà diverse e, alla fine del percorso di studi, degli esami sostenuti e della tesi, arriva il diploma in quella specifica disciplina. Adesso ci sono moltissimi ragazzi che, finito l’esame di maturità, si iscrivono all’Università. Un tempo non era così e, soprattutto, le donne non avevano questa scelta. Ecco perché oggi vogliamo concentrarci su questa curiosità: qual è stata la prima donna laureata al Mondo? Cerchiamo di tornare un po’ indietro nel tempo.
Come funzionava per le donne
Nonostante le primissime università siano comparse intorno all’anno 1000, dovete sapere che fino al 1873 le donne non potevano assolutamente entrare e farne parte. Questo per quanto riguarda l’Italia. Una legge (Decreto Regio del 3 ottobre 1875) ha riconosciuto la possibilità di iscriversi ad un ateneo anche alle donne. Tuttavia, passarono altri dieci anni prima dell’entrata in vigore a tutti gli effetti. Prima le donne continuavano a venire respinte.
La prima donna laureata al Mondo
Le date elencate poco prima conoscono delle eccezioni. Infatti, la prima donna laureata al Mondo viene considerata Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la quale raggiunse il proprio diploma in filosofia all’Università di Padova nel 1678. Lei era una nobile, figlia di Giovanni Battista Cornaro, procuratore di San Marco. È stato proprio il padre ad insistere perché si laureasse per dare di nuovo la gloria perduta alla famiglia, persa per colpa delle sue vicissitudini amorose.
All’inizio, essendo Elena molto religiosa, il padre voleva indirizzarla verso gli studi teologici, ma i cardinali si opposero. Non poteva essere una donna a prendere i voti e poi a insegnare tale materia. Quindi, optarono per ammetterla alla facoltà di filosofia.
Non è stato un passo avanti nell’emancipazione femminile perché una volta morta Elena, nessuno fece nulla per continuare ad inserire le donne nell’ambito dell’ateneo. Bisognerà aspettare ancora tanto tempo prima di vederne un’altra e poi un’altra ancora fino a rendere questa prassi una normalità.