Ormai ci siamo: questioni di giorni e poi estate sarà! Dopo un’attesa lunga un anno intero, in milioni di italiani (e non) tornerà imperiosa la voglia di mare, di sole e di tanto sano relax sotto l’ombrellone.
Al riguardo, quanto spenderanno i turisti al mare in bassa stagione? Secondo i dati del Centro Studi APS, ecco quanto costa in media a giugno uno stabilimento balneare attrezzato lungo le spiagge d’Italia.
L’I.R.C.A.F. ha già fatto i primi calcoli sugli importi medi negli stabilimenti balneari da Nord a Sud, dall’Adriatico al Tirreno. Com’era ampiamente prevedibile gli aumenti non mancano e vanno oltre il semplice aggancio al tasso d’inflazione intercorso nel periodo considerato. Esso è stata, continua l’indagine sulla base dei dati ISTAT, del +0,5% da giugno 2023 ad aprile 2024.
Il campione analizzato è composto da 65 stabilimenti e si è ipotizzato il caso di una famiglia composta da 2 adulti e 1 under 12 al seguito. Ancora, si è immaginato di affittare 1 ombrellone più 2 lettini in 3° fila dal 9 al 15 giugno, in bassa stagione, tanto in un giorno festivo che per la settimana intera.
Ora, è risultato che il costo medio nazionale per un giornaliero festivo è di 24,55 €, +3,98% sul 2023. La spesa media nazionale di un pacchetto settimanale è invece di 159,85 €, in aumento di 2,71 € (+1,73%) sull’anno prima. Procedendo invece per macro aree, lungo l’Adriatico la spesa media si attesta a 21,06 € per il giornaliero e sui 129,31 € per il settimanale. Lungo le coste del Tirreno e del mar Ligure, invece, questi prezzi salgono, nell’ordine, a 27,24 € e 183,48 €.
Come ogni media che si rispetti, anche in questo caso si nascondono punte al rialzo e al ribasso di una certa consistenza. Il costo medio di un giornaliero, rivela l’indagine, tocca punte di 45 € a Sabaudia, di 42 € a Lerici (Liguria), di 40 € in Costiera Amalfitana e un minimo di 10 € a Tortolì (prov. di Nuoro). Si attesta sui 25 €, ossia nel mezzo di questo range, la spesa media giornaliera lungo la costa romagnola.
Le destinazioni economiche si rivelano essere Vieste in Puglia (prov. di Foggia), Sciacca (Agrigento) e Policoro (prov. di Matera). Queste divergenze di costi si spiegano con la necessità degli operatori di rispondere alle richieste dei fruitori e alle diversità dei servizi presenti sul territorio in questione.
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