Una ricorrenza vecchia ormai di 54 anni, ma che, negli ultimi tempi, ha assunto una rilevanza fondamentale. Se le questioni ambientali fossero state prese a cuore prima, il significato di questa giornata oggi sarebbe cambiato?
Il 22 aprile venne scelto, nel 1970, come giorno mondiale per celebrare la Terra. Ambiente e salvaguardia dello stesso. Questi i motivi che indussero il Segretario Generale dell’Onu di allora, il birmano Maha Thray Sithu U Thant, a firmare, affinché questa giornata venisse ricordata. Possibilmente anche delle generazioni future, visto che il problema dell’inquinamento, già in quegli anni, era molto sentito.
Tante nazioni aderirono subito a questo documento. Oggi, tutti i 193 paesi del Mondo celebrano questa giornata. Ognuno nel proprio stato e con proprie iniziative. Eppure, è curioso il fatto che poco sia stato fatto proprio per la protagonista principale, ovvero la Terra.
L’idea della Giornata della Terra
Un’ambientalista e un attivista per la pace. Da queste due figure, negli anni Sessanta, nacque l’idea di istituire una giornata che celebrasse entrambe le cose. “Earth day”, sulla carta, doveva rappresentare un punto di vista diverso in un Mondo che tutto stava vivendo tranne che un momento di pace.
In Vietnam, infatti, si stava combattendo la più inutile delle guerre, sulla scia di un conflitto ideologico, quello tra Urss e Stati Uniti, sul dominio del globo. In quel momento, l’Onu, attraverso il suo Segretario Generale, decise di firmare un accordo che ponesse la Terra e il suo bene al centro di tutto. Un paradosso, per non dire altro.
La data del 22 aprile
Il 22 aprile venne scelta come data simbolo per via di una grande manifestazione che coinvolse 20 milioni di cittadini statunitensi. Inizialmente, però, la prima vera celebrazione fu fissata il 21 marzo del 1970 a San Francisco. In quell’occasione si voleva sottolineare, proprio nel giorno dell’equinozio di primavera, l’importanza di preservare il pianeta dalle minacce che arrivavano dalle azioni dell’uomo.
Come spesso accadde in quegli anni, furono le università a guidare le proteste. Il 22 aprile ci fu una grandissima manifestazione, indetta da un senatore americano, che riguardava principalmente la tutela ecologica della Terra. L’Onu colse la palla al balzo e decise che di quel giorno dovesse rimanere memoria, indicendo la giornata che oggi festeggia i suoi 54 anni.
Curioso, però, che ciò avvenga in un periodo in cui guerra e mutamenti climatici siano sempre all’ordine del giorno. Insomma, 193 paesi sono d’accordo nel festeggiare una volta all’anno la Terra, salvo poi dimenticarsene nei restanti 364. E non bisogna unicamente dare la colpa ai soliti potenti, perché su certi aspetti ognuno di noi può intervenire, nel suo piccolo. Quindi, è giusto celebrare il 22 aprile, ma sarebbe ancora più corretto che il suo significato profondo venisse rispettato anche nei giorni e nei mesi successivi.