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Come fanno i giapponesi a innaffiare le piante da interno: tecniche e significato dell’approccio olistico

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Simone Scalas

In Giappone si cerca di creare modelli di vita in cui la connessione con la natura sia ancora profonda. Questa filosofia si basa sull’attenzione che dovrebbe essere rivolta a tutte le cose e alle persone. E quando si parla di piante l’approccio diventa ancora più radicale.

Nel mondo del giardinaggio, innaffiare le piante è un’arte antica. Porta alla connessione tra uomo e natura e permette il rispetto dell’equilibrio naturale all’interno dell’ambiente domestico. I giapponesi partono sempre dalla selezione delle piante che dovrebbero dare armonia alla casa. Capacità di adattamento e proprietà benefiche sono gli elementi considerati, molte piante tipiche del Giappone hanno queste caratteristiche. I bonsai, cioè le piante in miniatura, le orchidee, i fiori di ciliegio o Sakura. Le azalee e i bamboo e gli alberi da frutto bonsai. Queste le scelte per avere interni variegati e sempre profumati.

I giapponesi controllano attentamente il terriccio dei contenitori o il terreno del giardino a cui danno una cura maniacale. Sanno alla perfezione quali sono le esigenze idriche e le rispettano al massimo. Sanno che un errore in questi caso potrebbe danneggiare le radici e rovinare piante e ambiente, interno o esterno che sia. Fuori casa gli irrigatori sono tarati per mantenere un giusto equilibrio tra umidità e asciutto. Un terreno costantemente bagnato, come uno sempre secco, crea problemi alle piante.

Alcuni segreti sono conservati nelle stesse piante

Come fanno i giapponesi a innaffiare le piante da interno? Utilizzano l’approccio olistico. Di cosa si tratta? La filosofia è quella di creare una connessione con la natura che sia più profonda possibile, costruttiva e benefica per entrambe le parti. Si pensa alla salute delle piante, perché da questo dipende la salute della casa e delle persone che ci vivono. Si cerca di soddisfare tutte le esigenze delle piante, si provvede a una irrigazione oculata e si cerca di prevenire problemi e malattie.

Facile dirsi ma più difficile da farsi. Quali sono i loro esatti comportamenti? Provvedono a colture igieniche, rimuovendo costantemente foglie e rami morti o malati. Combattono quotidianamente le malattie fungine e batteriche con prodotti naturali. I loro segreti sono il Kombucha, bevanda a base di tè con cui alimentano le piante. Olio di neem che tiene lontani i parassiti. Aceto di riso spruzzato sulle foglie per prevenire la diffusione dei funghi.

Come fanno i giapponesi a innaffiare le piante da interno senza farle ammalare

Oltre alle colture igieniche, i giapponesi sono abili nelle pratiche di potatura e nella rotazione delle colture. La potatura va fatta periodicamente, ogni volta che si presentano malattie per i rami. Evitare la diffusione è la prima regola. La rotazione invece riguarda gli esterni e l’obiettivo è quello di evitare l’esaurimento del suolo. È necessario far crescere piante che coprano il terreno, si tratta di coltivazione cover crop. Leguminose e graminacee aiutano a proteggere il terreno che verrà utilizzato stagionalmente per le coltivazioni principali.

Anche negli interni provvedono a una rotazione continua delle piante. Il motivo è la luce. I giapponesi sanno che le piante devono ricevere la luce giusta per crescere correttamente. Quantità e qualità vengono garantite. Più che alle luci artificiali, preferiscono pensare al gioco di luce e ombra naturali. Questo avviene creando ombre con piante più resistenti come ficus, dracena, palma e pothos. Le piante vengono aiutate dalle particolari persiane che si chiamano Sudare o Sudare shoji, tradizionali pannelli di legno o carta traslucida inerita in cornici scorrevoli. Ombra e luce in questo modo sono determinate al millesimo per proteggere le piante più delicate che aiutano l’ambiente domestico a essere confortevole e salutare.

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