I rebus fanno parte della nostra cultura da molto, molto tempo. Già in passato ci si divertiva a giocare con le parole e le immagini.
Oggi i rebus sono ancora un’attività davvero divertente, nonostante la digitalizzazione della maggior parte delle attività ludiche.
Chi ancora ha una passione per questo tipo di quiz o test può acquistare delle riviste specializzate, ma anche in rete si trovano tantissimi rompicapo da risolvere. Alcuni sono facili, infatti sono concepiti per i principianti, ma altri sono così complessi che anche le menti più brillanti e allenate durano fatica a risolvere l’enigma.
Perché il rebus si chiama così? È una domanda molto interessante: la parola deriva da “res” che significava in latino “cosa” e sembra che sia nata da una frase, “de rebus quae geruntur” che significa “delle cose che accadono“, usata come titolo di determinate composizioni di scrittori, contraddistinte dalla brevità e dall’argomento che trattavano, ovvero attualità.
Si pensa che i rebus per come li conosciamo siano stati inventati in Francia attorno al 17esimo secolo, mentre in Italia ancora prima, e più precisamente già nel 1548, per merito di Papa Paolo III che decise addirittura di redigere un libro per far conoscere questo “gioco” particolare. Nell’opera si insegnava non solo a sfruttare i rompicapo come attività ludica ma proprio a scrivere, utilizzando parole e immagini. All’epoca questi passatempo erano chiamati “cifre figurate”.
I rebus ti appassionano? Prova a risolvere questo, non è così facile come si possa pensare
Riuscire a risolvere un rebus è molto divertente perché dà una soddisfazione immediata, e permette di coinvolgere diversi tipi di ragionamento: logico e mnemonico, ma anche culturale, dato che se non si conoscono determinati fatti o personaggi è impossibile arrivare alla soluzione. In questo rompicapo ci sono alcune figure e le indicazioni sui particolari da considerare per formare la parola finale, che è poi la soluzione al quiz.
Cominciando a esplorarle, partiamo da sinistra verso destra, che è uno dei metodi utilizzati per scoprire cosa vuole indicarci il rebus. Abbiamo allora la prima parte della parola, che è “arti”, seguita dall’immagine di una divinità. Chi è? Si tratta di Giano, una delle più importanti figure divine della religione romana, latina e italica.
Proseguendo, troviamo la parola “cera”, raffigurata dall’immagine del pastello colorato. Infine, dobbiamo riconoscere la nota indicata, che in questo caso è “mi”, e poi unire l’ultima parola, “sta”. Ecco allora la soluzione: arti – giano (divinità) – cera – mi – sta, ossia “artigiano ceramista”.