L’ultima incredibile scoperta sull’Alzheimer fornisce dati incoraggianti circa la prevenzione: in questo modo si riduce del 40% lo sviluppo.
Non è per nulla semplice convivere con una malattia così logorante come l’Alzheimer. Chi ne è affetto, infatti, deve fare i conti con una percezione e consapevolezza della realtà che lentamente e inesorabilmente va degradandosi. E così, tutte le conoscenze acquisite nel corso della vita intera e tutte le persone che hanno reso ricco e unico il proprio cammino, lasciano spazio solo a un gigante buco nero che sembra pronto a fagocitare qualsiasi cosa.
Una situazione del genere pero, se già complessa per chi la vive, è altrettanto angosciante per chi la “subisce”. Chi si occupa infatti di un malato di Alzheimer sa bene, infatti, di avere i giorni contati prima che quel volto amico diventi un perfetto sconosciuto per il malato, instillando paura e dubbio, anziché fiducia e amore. E i dati sono allarmanti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che attualmente ci siano 47,5 milioni di persone affette da demenza nel mondo, con quasi 10 milioni di nuovi casi ogni anno. Ma non finisce qui. L’OMS prevede che questo numero potrebbe raggiungere i 75,6 milioni nel 2030 e potrebbe addirittura triplicare nel 2050, arrivando a 135,5 milioni. L’ultima sensazionale scoperta però, potrebbe soverchiare quello che sembra essere un destino già scritto.
Che i cani siano i migliori amici dell’uomo è indubbio, pare però che ora i nostri amici a quattro zampe possano fare ancora di più per il benessere dell’uomo. Uno studio condotto in Giappone, infatti, ha evidenziato come avere un cane riduca fino al 40% il rischio che gli anziani sviluppino demenza senile e in particolare l’Alzheimer, malattie queste, come dicevamo prima, caratterizzate da un declino cognitivo che può provocare:
La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Preventive Medicine Reports, rappresenta quindi un enorme passo in avanti. Secondo i ricercatori del Tokyo Metropolitan Institute of Gerontology, infatti, i cani sono la “scusa” perfetta per passare più tempo all’aria aperta.
In questo modo, non solo le persone anziane sono più attive, ma hanno anche più interazioni sociali he mantengono così la mente sempre allenata e giovane. Per giungere a queste conclusioni, il team di ricercatori ha valutato 11.000 anziani residenti in Giappone, di età compresa tra 65 e 84 anni, ed è emerso come i proprietari di cani avessero meno probabilità di sviluppare malattie neurodegenerative.
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