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Curiosità

A chi appartiene la Simmenthal: la sua storia in breve e il suo ritorno come sponsor nelle maglie dell’Olimpia Milano

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Marchio alimentare famosissimo negli anni ’60,’70 e ‘80, esiste fin dal 1923, si occupa di carne in scatola, le piccole scatole di metallo che hanno caratterizzato la nostra gioventù.

Peculiarità principale nessuna preparazione. La carne Simmenthal le nostre madri la mettevano nel piatto con a fianco qualche foglia di lattuga. E il pasto era pronto. La cosa curiosa era che i più piccoli, che facevano tante storie per mangiare piatti prelibati e accuratamente cucinati, di fronte alla Simmenthal si arrendevano e la mangiavano di gusto. La storia nasce dal ristoratore Pietro Sada, che nel 1881 ideò il metodo di conservazione tipico delle scatolette Simmenthal. Suo figlio, Gino Alfonso, iniziò nel 1923 la produzione su scala industriale. Perché questo nome? Perché esiste una razza bovina che si chiama così e, infatti, nelle scatolette la troviamo rappresentata come un’icona. 

In passato la Simmenthal ha utilizzato le carni Asmara cioè quelle provenienti dall’Eritrea, ma ha sempre garantito una qualità molto alta e si è sempre occupata di sicurezza alimentare. Per 30 anni l’azienda è appartenuta alla Kraft, altro marchio che ci ricorda l’infanzia con i tanti prodotti presentati sugli scaffali di tutti i market. Dal 2012, invece, la Simmenthal appartiene alla Bolton Alimentari di Milano ed è quindi ritornata nelle mani degli italiani. 

Il legame con lo sport

La Simmenthal ha cominciato a sponsorizzare la squadra di pallacanestro di Milano, cioè l’Olimpia, nel 1956. Questa unione è durata per 17 anni, cioè fino al 1973. In quegli anni Milano vinse 10 scudetti e una Coppa dei Campioni. La squadra divenne così famosa che veniva identificata con il marchio che portava nelle maglie. Così il fatto che si trattasse di carne in scatola ha rischiato di passare in secondo piano, creando un danno commerciale invece che un vantaggio dovuto alle vittorie della squadra e alla pubblicità in generale. Questo il motivo della separazione. 

Dopo 50 anni, la Simmenthal torna tra i jersey sponsor della serie A di basket proprio grazie alla partnership con Milano. L’accordo prevede sponsorizzazione dei campi, campagna digitale e interazione tra le due community per avere un livello di comunicazione e sponsorizzazione elevato. Si spera di tornare ai fasti del 1966, quando l’Olimpia Milano, battendo lo Slavia Praga, portò in Italia la prima Coppa Campioni della Storia del basket nostrano. 

La Simmenthal torna come sponsor nelle maglie dell’Olimpia Milano-Foto Ansa-L’Intellettualedissidente.it

Accoppiata vincente

Secondo quanto dichiarato dai manager della Bolton Food, sarebbe un onore aver stipulato questa nuova partnership tra il marchio Simmenthal e la squadra di basket più forte e importante d’Italia. L’Italia vuole essere protagonista a tavola e sui parquet, questo l’approccio scelto dai dirigenti. È importante che anche le nuove generazioni si avvicinino al prodotto e lo trovino in tavola come accadeva ai ragazzi in passato. E quale migliore via dello sport che tanti appassionati attira ogni giorno verso i vari prodotti alimentari (e non) coinvolti nelle sponsorizzazioni? La Simmenthal ora rientra tra nel grande giro, ricreare lo status vincente del passato è l’obiettivo di questa incredibile reunion. 

Questa sponsorizzazione forse arriva inaspettata. Solo qualche mese fa, alla fine del 2023 si parlava di una cessione del marchio da parte del gruppo Bolton con l’entrata in gioco di fondi di rilievo e di multinazionali. Il fatturato dell’azienda sarebbe di 80 milioni, la valorizzazione del marchio è stata fatta dalla stessa Bolton Group ed è considerata attendibile. Ricordiamo che la Bolton è proprietaria anche di un altro marchio di carne in scatola molto famoso, cioè la Manzotin. In attesa di conoscere il futuro del marchio e di sapere se le voci di fine anno sono fondate, il nuovo anno comincia alla grande con una collaborazione di prima fascia. Cercare di riproporre i trend che tanto amavano negli anni passati sembra essere un obiettivo dei nuovi manager. Sperando che non si tratti di scarsità di idee, oppure di nostalgia, rimaniamo in attesa di vedere risultati di vendita e vittorie prestigiose in campo. Il futuro dirà se la scelta era quella giusta.      

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