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Recensione su Carcosa svelata, libro esoterico True Detective

Foto dell'autore

Vincenzo Colao

Carcosa Svelata è il saggio di Marco Maculotti, pubblicato dall’ editore Mimesis. Si tratta di un’opera che ha lo scopo principale di far orientare i lettori sui simboli che già si sono visti nella serie TV True Detective, in particolare nella prima stagione.

Rapporto tra Carcosa svelata e True Detective

Analisi della prima stagione di True Detective

Sappiamo come in questo momento storico ci sono tantissime serie TV per merito delle varie piattaforme di streaming, che offrono una vasta gamma di opzioni agli spettatori. Ma non ci sono tante tra di esse che si prestano ad essere analizzate dal punto di vista filosofico e letterario, ma sicuramente la prima stagione di True Detective è una di queste.

In pratica si tratta del serial di Nik Pizzolato che è stato strutturato su una base letteraria e filosofica e per il quale l’autore Marco Maculotti, che ha collaborato con tanti progetti editoriali, ha preso spunto per la sua opera che si chiama appunto Carcosa svelata. Appunti per una lettura esoterica di True Detective.

Si tratta di un lavoro molto interessante perché l’autore ha voluto svelare attraverso gli studi molto pragmatici e profondi i misteri che stanno intorno a Carcosa, attraverso un approfondimento sia sui richiami che sui simboli, che sono abbastanza espliciti, e che troviamo nell’opera di Pizzolato.

L‘autore definisce il suo saggio come una serie di appunti: ma in realtà c’è molto di più per visto che si fanno i 13 capitoli, suddivisi in tre parti, e anche accompagnati da illustrazioni molto interessanti di Marco Sabbatani.

Le illustrazioni in quest’opera sono molto importanti perché consentono al lettore di immaginare quella città e di entrare nella mente dei personaggi principali.

Considerazioni sulla struttura  e sul significato di quest’opera

Questa opera si caratterizza per essere articolata e organica, avendo anche la capacità di tenere sulle spine il lettore sorprendendolo. In ogni caso molti critici visto che si parla della serie True Detective si aspettavano che l’opera si sarebbe incentrata soprattutto sullo scrittore statunitense che ha ispirato il regista e cioè Thomas Ligotti.

Però in realtà non è andata così visto che l’autore Maculotti ha voluto stupire tutti collegando alcuni simboli della serie con dei fatti reali e che hanno una grande Valenza sociale.

Ci riferiamo nello specifico al parallelismo che l’autore tra il Bohemian Grove californiano e la Setta della Palude.

Si tratta del collegamento tra alcuni casi di cronaca che sono successi prima che tu detective uscisse in TV e altri prodotti cinematografici come per esempio Eyes Wide shut di Stanley Kubrick.

Ma possiamo citare degli esempi anche il film di Roman Polanski Rosemary’s Baby perché il riferimento c’è soprattutto nel primo capitolo che risulta essere molto impegnativa e angosciante perché costringe il lettore a farsi delle domande sulla realtà.

I filoni seguiti in questo libro

Successivamente il libro propone una narrazione che seguirà due filoni diversi, ma complementari, cioè uno mitico filosofico e un altro fantastico letterario. In particolare quest’ultimo verrà trattato nella seconda parte dell’opera, all’interno della quale l’autore vuole raccontare le origini di carciofi cioè la città perduta che è stata menzionata inizialmente nel racconto del 1885, di una certa Ambrose Beach.

Questo racconto si chiama Chiama An Inhabitant of Carcosa. Mentre decenni dopo quest’ultima è stata nominata da un certo Robert Chambers nella raccolta The King In Yellow.

In queste due opere troviamo dei riferimenti degli elementi che saranno poi rielaborati nella serie True Detective.

Infatti secondo l’autore Maculotti sia nella serie di Pizzolati che in questi racconti questa cosa viene percepita come una realtà particolare che può portare a sentirsi fuori dal tempo.

Come continua l’opera Carcosa svelata

Considerazioni dei critici sulle parti importanti dell’opera

Nelle recensioni i critici più importanti hanno notato come la trattazione è molto varia visto che spazio all’interno di molte connessioni letterarie con l’universo mito-poietico che deriva dalla città perduta.

Per questo l’opera è stata ritenuta molto interessante e cioè  proprio per il fatto che vengono richiamati molti maestri e molte opere come per esempio il grande Dio Pan di Arthur Machen, molto apprezzato da Maculotti,  con il quale condivide un’analisi molto sottile.

Si tratta quindi di un’opera che ha il merito non solo di coinvolgere i lettori in maniera profonda, ma è anche molto curata dal punto di vista della forma perché lo scopo dell’autore era quello di consentire a chi legge il libro di non annoiarsi e di fluire con la storia in maniera serena.

Allo stesso tempo però secondo i critici si tratta di un’opera che va apprezzata rileggendola anche più di una volta, considerando che comunque ci sono delle sfumature che non sempre si riescono a cogliere subito. Esse sono molto importanti per capire tutte le dinamiche psicologiche dei personaggi principali.

Cosa troviamo nella terza e ultima parte dell’opera Carcosa Svelata

Come dicevamo prima in queste opere ci sono riferimenti a un’altra chiamata del Grande Dio Pan. Tutto questo è visibile soprattutto nell’ultima parte dell’opera dove si intravede un viaggio ultraterreno nel quale le dimensioni spazio temporale si annullano tra di loro.

Secondo Maculotti il tempo si può considerare come un cerchio piatto nel senso che sia il passato difficile da decifrare e sia il non prevedibile futuro, si fonderanno per via gestione meccanismo occulti.

In pratica secondo Maculotti il passato riuscirà a plasmare il futuro trasmettendo maledizioni e viceversa. Ma l’ultima parte dell’opera si gioca soprattutto sulla concezione del tempo e sul senso della vita.

Proprio nell’ultima parte troviamo infatti le pagine più significative al punto di vista filosofico anche perché non dimentichiamo che Maculotti  è uno studioso di questioni antropologiche E religiose.

Nelle ultime pagine infatti si rivelano molti riferimenti che si celano dietro ai simboli utilizzati da Pizzolato. E cioè dal labirinto alla corona e dalla spirale alle corna di cervo.

Parliamo di simboli molto interessanti e che si richiamano a vari studi che ha fatto l’autore tra i quali spicca il saggio su Pan dello psicoanalista junghiano molto famoso James Hillman.

Questo è solo un esempio che ci fa capire come queste opere è stata molto curata dall’autore soprattutto dal punto di vista appunto psicologico e filosofico.

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