In realtà non è andata come tutti immaginano: Lino Banfi ha sorpreso il pubblico con una rivelazione su una “scena cult” tanto amata.
Ci sono pellicole cinematografiche che nascondono retroscena, chicche e segreti che, talvolta, non vengono svelati per anni. È il caso di uno tra i film iconici italiani più amati anche a distanza di decenni ed una delle scene cult della pellicola.
Tutti pensavano che l’intera sequenza fosse stata recitata come da copione. Ma ci ha pensato Lino Banfi a svelare, molto tempo dopo, come sono andate veramente le cose. Con una “confessione” che ha letteralmente scatenato i fan, i quali si sono catapultati a rivedere quelle immagini per verificare con i loro occhi quanto raccontato dall’attore.
Il film in questione lo conoscono praticamente tutti: è Fracchia la belva umana, pellicola del 1981 diretta da Neri Parenti con Paolo Villaggio nel ruolo di Giandomenico Fracchia/Belva umana, Anna Mazzamauro nei panni della signorina Corvino e Lino Banfi nelle vesti del commissario Auricchio. Proiettato alla 67esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha fatto divertire intere generazioni. Chi ai tempi era bambino ed oggi è cresciuto lo ricorda a menadito.
Ma, come dicevamo, sono tante le pellicole che nascondono dei retroscena mai svelati ed anche Fracchia la belva umana non è da meno. Nel corso di un’intervista a Stracult, Lino Banfi ha infatti portato a galla un “segreto” legato ad una delle scene “simbolo” dell’intero film, ovvero quella della trattoria. Spiegando che non tutto è andato come da copione poiché ad un certo punto ha deciso di improvvisare con una battuta che non era scritta da nessuna parte, tanto da lasciare gli altri attori e lo stesso regista increduli.
Accade tutto quando Lino Banfi, sulle tracce della pericolosa belva, arriva nel locale e si trova davanti lo strimpellatore intento a suonare e cantare accogliendolo con un insulto. Si tratta di una consuetudine del ristorante chiamato “Da Sergio e Bruno gli incivili”. Ebbene l’attore pugliese anziché dire la battuta preparata per lui ha deciso di improvvisare rispondendo in rima allo strimpellatore. Che per una frazione di secondo rimane quasi attonito.
Il commissario Auricchio, alla frase “E dimme un po’ che c’hai da dì?” avrebbe dovuto replicare con: “Che c’ho da dirti? Mettete le manette a sto’ stron***e!”. Ma Lino Banfi cambiò le carte in tavola esclamando: “Non sono fro***ne, non mi chiamo ‘frì frì’, sono commissario e ti faccio un c**o così”. Il regista non interruppe la ripresa, pensando di eliminare successivamente la scena: ma gli piacque al punto da decidere di tenerla. E per molti quell’istante rappresenta ancora oggi un vero colpo di genio dell’amatissimo attore.
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