Per anni spina nel fianco dell’intelligence mondiali, Julian Assange, all’anagrafe Julian Paul Hawkins, noto al mondo per aver fondato l’organizzazione divulgativa di informazioni segrete Wikileaks.
Origini e prime attività di Julian Assange
Nato nel 1971, a pochi passi dalla grande barriera corallina, nella splendida cittadina di Townsville, Julian Assange si definisce un anarchico/critto-attivista.All’età di 17 anni lascia la casa di famiglia, per iniziare il percorso indipendente. L’anno successivo convola a nozze con una ragazza da poco conosciuta e rimasta incinta del suo primogenito, la coppia comunque si separerà molto presto. Sul finire degli anni 80’ inizia ad avvicinarsi al mondo del critto-attivismo, unendosi ad un gruppo di hacker già affermato con il nome di sovversivi internazionali (international subversives).
I primi reati e le prime accuse
Nel 1991 subisce la prima perquisizione in casa da parte delle autorità federali australiane, Assange è accusato di essersi infiltrato in numerosi sistemi informatici, tra i più importanti quello del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti. Pochi mesi dopo, agli inizi del 1992 gli vennero imputati una ventina di capi accusa per presunti reati attinenti alla pirateria informatica. Condannato, ma dopo pochi mesi liberato per buona conta, l’attivista australiano si avvicina agli studi, iscrittosi all’Università di Melbourne, studia fisica e matematica, ma senza terminare il percorso di laurea.
Attività giornalistica e fondazione di Wikileaks
Nel 2006 crea la piattaforma di divulgazione di informazioni segrete Wikileaks, del quale ricopre la carica di caporedattore. Negli anni a seguire inoltre pubblica documenti attendibili, ricevuti da collaboratori rimasti anonimi, tra queste “soffiate” troviamo anche notizie sui bombardamenti che distrussero lo Yemen e sulla corruzione nel mondo arabo.
Ma il picco di popolarità massima arrivò nel 2010, quando divulgò un filmato di 17 minuti, su una serie di omicidi effettuati da alcuni marines americani, tenuti nascosti.
Tra le vittime anche due reporter, scambiati per terroristi. Tale filmato prese il nome di collateral murder, ma a dare notevole rilevanza a tutto ciò furono anche le parole della soldatessa Chelsea Manning, che oltre a confermare quanto sostenuto da Wikileaks, divulgò altri segreti di stato, venendo arrestata. Julian Assange ha più volte manifestato la vicinanza alla ex soldatessa, definendola un’eroina.
Dopo aver fatto esplodere “una bomba” del genere che ha alzato un polverone non indifferente sulle operazioni di guerra svolte dall’esercito statunitense, il governo a stelle e strisce decise di avviare un’indagine su Wikileaks.
Anche il primo ministro australiano dichiarò di voler approfondire l’operato di Assange, aprendo delle indagini che avrebbero potuto portare anche al ritiro del passaporto.
Le accuse di violenza sessuale in Svezia a Julian Assange
Il 18 novembre del 2010 spicca in mandato di arresto in contumacia nei suoi confronti da parte del tribunale di Stoccolma, accusandolo di stupro e molestie. Ad Assange viene contestato di avere avuto dei rapporti sessuali non protetti seppur entrambe consenzienti.
La denuncia avvenne da entrambe le ex amanti, dopo che avevano saputo l’una l’esistenza dell’altra e di aver avuto entrambe rapporti sessuali con l’australiano. Secondo i media svedesi, l’agente di polizia che ha raccolto la denuncia da parte delle due donne, si è rivelata essere molto amica di una di loro, incitandola dunque ad esporre denuncia, dopo averle spiegato che per la polizia locale rifiutare di usare il profilattico da parte di un uomo durante un rapporto è configurato come stupro.
Tentativo di incastrare Assange
Notevoli insulti rivolti all’attivista australiano vennero trovati all’interno del profilo “Facebook” della poliziotta. Alla luce di questi avvenimenti, la seconda delle accusatrici ha ritirato quanto denunciato. Però l’Interpol ha già fatto partire un mandato di arresto internazionale, datato novembre 2010.
Consegna alle autorità
La mattina del 7 dicembre dello stesso anno l’attivista australiano si presenta di sua spontanea volontà a Scotland Yard, venendo arrestato in seguito al mandato di cattura europeo. La Svezia presenta alle autorità del Regno Unito una richiesta di estradizione per Assange, secondo alcune indiscrezione, dietro a questa richiesta potrebbero esserci gli USA, dove ad attenderlo c’è un processo per spionaggio. Tale accusa in America può causare pene pari all’ergastolo o alla pena di morte.
Nella giornata del 2 novembre 2011, L’alta corte londinese dà il via libera all’estradizione di Assange in Svezia.
Il tentativo con l’Ambasciata dell’Ecuador
Qualche mese dopo il ricorso presentato alla Suprema Corte Britannica, che rigettò la richiesta contro il via libera all’estradizione, Assange sceglie di recarsi all’Ambasciata dell’Ecuador di Londra, domandando asilo politico, in quanto perseguitato. Si trattò quindi di una strategia, poiché l’attivista australiano venne contattato da Quito nel 2010 per avere una collaborazione, senza vincoli, per permettere ad allo stesso di risiedere in Ecuador e potersi “esprimere liberamente”.
Alla base di tale offerta c’era la preoccupazione del governo di Rafael Correa, per alcune presunte azioni illegali statunitensi in Ecuador. Assange dunque rimase nell’ambasciata Ecuadoregna per più di 7 anni, ma tutte le pressioni e le vicende vissute dall’australiano lo hanno provato fisicamente, cominciando ad avere qualche problema di salute. Nonostante tutti gli sforzi profusi dall’Ecuador, Assange viene nuovamente arrestato.
Nel febbraio del 2020 la settimana di udienze che vedeva coinvolto l’attivista australiano, lo hanno provato e condizionato molto, sia per i trattamenti ricevuti in prigione sia per essersi tenuta in una struttura che solitamente era teatro di processi per crimini terroristici. Fu disposta la sorveglianza h24 perché potevano manifestarsi tendenze suicide in Assange. A tal proposito nel mese di gennaio del 2021 il tribunale distrettuale britannico nega l’estradizione da parte degli stati uniti, considerato altamente rischioso l’isolamento previsto per l’australiano una volta arrivato in America.
Julian, Assange il matrimonio rinchiuso in carcere
Durante la sua permanenza nel carcere londinese, Julian Assange si è sposato; convolando a nozze con Stella Moris, suo ex legale di fiducia, il tutto ha avuto svolgimento nella struttura circondariale di massima sicurezza inglese nel quale il fondatore di WikiLeaks è carcerato. Presenti alla cerimonia un piccolo gruppo di amici di 4 persone oltre ai 2 testimoni, ma i sostenitori dell’attivista non lo hanno lasciato solo neppure in quella occasione, tante persone si sono recate nei pressi del carcere di Belmarsh vestiti in abiti da cerimonia. Il 20 aprile 22 il tribunale londinese autorizza formalmente l’estradizione di Assange in America