Anche conosciuta con la sigla CDP, la Cassa Depositi e Prestiti è un’importante istituzione finanziaria italiana. Si tratta di una S.p.A., dunque una società per azioni, di cui l’83% sono detenute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze Italiano e il resto dalle banche.
Le banche che detengono una percentuale più alta di azioni della Cassa Depositi e Prestiti sono la Compagnia di San Paolo, la fondazione Cassa di Risparmio di Torino, la fondazione di Sardegna e la fondazione Cariplo. Il portafoglio azionario di questa istituzione contiene società quotate in borsa, società non quotate e quote di fondi di private equity.
Nel 2021, si annovera l’utile netto di questa cassa a 5,3 miliardi di euro e conta all’incirca 1500 dipendenti.
In realtà questa istituzione è nata nel 1850, anche se era una banca e aveva un nome differente che era quello di Cassa piemontese. Fino al 1983 rimane proprio sotto forma di banca per poi diventare autonoma.
Circa vent’anni dopo viene trasformata in una società per azioni e si pensa di farne un vero e proprio fondo sovrano.
I settori in cui opera la Cassa Depisiti e Prestiti è quello di andare a investire nello sviluppo della piccola e della media impresa, di sostenere gli enti pubblici alla gestione di patrimoni mobiliari.
Ma si occupa anche di settori quali la grande impresa, il rilancio delle infrastrutture, il trasferimento tecnologico, l’agevolazione energetica, la cooperazione internazionale eccetera.
Sostanzialmente oggi è in grado di mobilitare grandi risorse economiche, equivalenti a miliardi di euro, per i progetti di sviluppo.
Difatti, sappiamo tutti come il benessere di un paese derivi dai successi ottenuti dal punto di vista degli investimenti.
Gli investimenti devono essere erogati a quelle imprese che in qualche modo vengono ritenute strategiche o che sono considerate aziende che generano un profitto che in evidentemente contribuisce al benessere dell’Italia. Dunque, i fondi che mobilita la cassa depositi e prestiti sono funzionali alla crescita del sistema economico italiano.
La Cassa Depositi e Prestiti gestisce da più di un secolo il risparmio postale che ammonta a quasi 300 miliardi di euro.
Questa società per azioni svolge due generi di attività: quelle che possono essere considerate di gestione ordinaria e quelle che possono essere considerate di gestione separata.
All’interno dei processi di gestione ordinaria si occupa di andare a concedere finanziamenti, mentre nell’ambito della gestione separata si occupa di finanziare lo Stato e gli altri enti.
Si tratta di due tipi di operazioni completamente differenti che devono essere distinte.
Quando la Cassa Depositi e Prestiti finanzia aziende private, opera nell’ambito della gestione separata e si rivolge a progetti che, nello specifico, devono andare a assolvere quattro requisiti.
È importante ci siano tutti e quattro questi elementi: 1) il progetto deve essere promosso da un soggetto pubblico; 2) il progetto deve avere un carattere di interesse generale; 3) il progetto deve presentare adeguato merito di credito e 4) deve essere un progetto che offra sostenibilità economico-finanziaria.
La Cassa Depositi e Prestiti raccoglie dunque i fondi di risparmio degli italiani e lo fa attraverso i buoni fruttiferi postali e i libretti postali che vengono emessi e successivamente sottoscritti presso un qualunque ufficio delle poste. Per gli italiani questa forma di risparmio è molto conveniente perché non prevede dei costi di gestione e soprattutto ha una tassazione agevolata.
Il problema è che, se nei decenni precedenti gli italiani si sono sostanzialmente quasi arricchiti con questa forma di risparmio, oggi i tassi di interesse sono così bassi che in tanti evitano di acquistare questi titoli andando a scegliere altre forme di investimento che in qualche modo riescono a garantire una percentuale maggiore di tutela del capitale investito.
Nonostante, chiaramente, si tratti sempre di strumenti finanziari che non possono garantire la stessa sicurezza e prevedono un margine più alto di rischio.
I fondi sovrani, come dice il nome, sono dei fondi di investimento che sono detenuti dagli Stati sovrani.
In giro per il mondo le nazioni che hanno un fondo sovrano sono più di una quarantina, ma questo numero cambierà anche perché sono tanti i paesi che cercano di andare a costituire questo tipo di fondo per andare a oliare bene gli ingranaggi di sviluppo economico che consentano una crescita interna.
In Italia è proprio la Cassa Depositi e Prestiti che viene considerata il fondo sovrano, un fondo che, appunto, essendo sovrano serve ad andare a alimentare delle strategie a livello geopolitico.
Ciò significa che, quando si tratta di andare a scegliere progetti e investimenti, deve agire anche in linea strategica rispetto agli altri fondi sovrani che vanno a istituire quello che è un mercato mondiale.
Ciò significa che in Italia, ad esempio, possono investire anche fondi sovrani di altri paesi.
Ad oggi la Cassa Depositi e Prestiti è ancora una società per azioni, però ormai si parla da tempo di renderla un fondo sovrano più moderno. Per fare questo, naturalmente, si deve andare ad investire i risparmi degli italiani, ma quanti di essi sono disposti a investire nella crescita del paese?
In realtà esistono delle indagini statistiche che portano dei dati abbastanza favorevoli in merito alla propositività dei risparmiatori. E il fondo sovrano Italia sarebbe proprio questo, un collegamento dei risparmi degli italiani all’industria italiana e alle sue infrastrutture.
Ormai, seguendo la politica e l’economia del paese, gli investimenti della Cassa Depositi e Prestiti sono all’ordine del giorno e possono andare realmente a spostare l’asse economico produttivo del paese.
Ci vorrebbe un collegamento più diretto con i risparmiatori i quali oggi, a tutti gli effetti, acquistano titoli postali senza sapere esattamente dove verranno investiti i loro risparmi.
Ad oggi, nella gestione di questa Cassa Depositi e Prestiti ci sono ancora tante cose da sistemare, anche perché i dati parlano di difficoltà dei piccoli comuni ad avere un accesso al credito, perché magari non rispondono a tutti i requisiti di garanzia richiesti. Anche nella concessione di mutui, la Cassa Depositi e Prestiti tende a erogare i mutui piuttosto consistenti e a tagliare fuori operazioni meno rilevanti.
Perciò, prima ancora di riuscire a strutturare realmente un fondo sovrano italiano, sebbene in realtà la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe già essere considerata tale, andrebbe data una definizione di quello che è il reale interesse del paese.
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