Marcel Van Basten, meglio noto come Marco Van Basten, nasce ad Utrecht il 31 ottobre 1964.
Se dovessimo ripercorrere tutta la carriera, interrotta bruscamente a soli 28 anni per vari infortuni che lo hanno perseguitato, nonostante questo, ci troveremo a scrivere pagine e pagine di racconti, di trionfi, di reti eccezionali, fuori da ogni logica comune, numeri spaventosi, per citarne alcuni: 3 Eredivisie, 4 Scudetti con il Milan, 3 Champions League, 1 Europeo con l’Olanda, 1 coppa delle coppe, 2 coppe intercontinentali, 3 palloni d’oro ed un FIFA WORLD PLAYER.
Queste sono solo una parte dei riconoscimenti vinti da calciatore, che dire, chapeau.
Terminata con tanto rammarico la carriera da calciatore, dove poteva ancora deliziarci con le sue giocate ed ampliare la sua bacheca con altri trionfi, il cigno d’Utrecht, così ribattezzato, decide di iniziare la carriera da allenatore. Tra i suoi mentori abbiamo gente del calibro di Johan Cruijff, Arrigo Sacchi e Fabio Capello. Leggende nate con il DNA da vincenti.
Nel maggio del 2003 gli viene affidato il duro compito di formare i talenti del futuro dell’Ajax, infatti guiderà per una stagione lo Jong Ajax, squadra satellite che milita nella seconda serie olandese.
A sorpresa dopo poco più di un anno, a furor di popolo viene nominato C.T. della nazionale Olandese.
La federcalcio olandese e tutto il popolo orange ripongono tante aspettative in Van Basten, e nonostante un mondiale non di buonissimo livello, quello di Germania 2006, dove l’Olanda fu eliminata agli ottavi di finale dal Portogallo, resta ancora alla guida degli orange per il biennio successivo. Qualificatosi ad Euro 2008, supera brillantemente un girone non semplice, ma ai quarti di finale viene beffato dalla Russia. Termina così la sua avventura da commissario tecnico.
Terminata l’avventura, non brillante da CT della nazionale, Van Basten firma un contratto quadriennale con la società di Amsterdam.
Squadra che lo ha visto esplodere da calciatore e fallire da allenatore, dopo una stagione travagliata, l’ex calciatore del Milan si dimette dal ruolo di allenatore dei biancorossi il 6 maggio 2009. Dopo aver mancato la qualificazione alla Champions League, che da quelle parti è sacra.
Il 13 febbraio 2012 sottoscrive un contratto biennale con l’Heerenven valido a partire dalla stagione 2012-2013] con un ingaggio da 400.000 euro a stagione più un bonus di 6.000 a vittoria. Conquista con i bianco azzurri un 8º e un 5º posto in Eredivisie, perdendo due semifinali play-off per l’accesso diretto all’Europa league.
Continua dunque una carriera non alla pari da quella ottenuta da calciatore, ma nonostante questo, il suo nome rimane sempre in auge, infatti qualche settimana dopo la fine dell’avventura con L’Heerenveen, si scopre che già Van Basten aveva un accordo di massima con l’AZ Alkmaar, ma ecco qua, ancora una volta il destino è beffardo, ad agosto si dimette temporaneamente per problemi cardiaci. Un mese dopo, decide di passare al ruolo di vice allenatore, poiché la carriera come primo allenatore gli causa troppo stress.
Nel 2015 la federcalcio olandese, propone al cigno di Utrecht il ruolo di vice commissario tecnico della Nazionale, da poco affidata a Danny Blind.
Il 30 agosto del 2016, annuncia la fine del rapporto con gli orange, ed il passaggio alla FIFA, dove verrà nominato da Gianni Infantino “Chief Officer for Technical Development”. Si dimette da tale incarico nell’ottobre del 2018, per diventare ambasciatore UEFA ed opinionista televisivo.
Questa storia ci insegna, che non per forza un grande campione dentro al campo, debba per forza essere un grande allenatore, se poi a tale disamina si aggiungono i guai fisici anche una volta terminata la carriera da calciatore, meglio passare ad altri ruoli meno impegnativi, come ha fatto Van Basten.
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