Il libro “Economia del Carnefice” di Piero Manzoni è un’opera che ha fatto discutere molto nel mondo dell’arte, della cultura e della letteratura. In questo articolo, cercheremo di approfondire la storia, i dettagli e i pareri su questo libro, che ha la caratteristica di essere un’opera postuma, poichè Manzoni è venuto a mancare giovanissimo, ad appena 30 anni, lasciando comunque un bagaglio interessante che merita di essere approfondito.
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Piero Manzoni, biografia e cenni storici
Piero Manzoni è stato un artista italiano, nato a Soncino nel cremasco nel 1933 e morto improvvisamente a soli trenta anni a Milano nel 1963 a causa di un infarto, considerato uno dei maggiori protagonisti della corrente artistica denominata “arte povera”. Il suo lavoro si caratterizzava per l’utilizzo di materiali semplici e poveri, come il cotone, la lana, la carta, ma anche per l’ironia e la provocazione ed il linguaggio colorito che permeavano molte delle sue opere. Realizza i suoi primi Achromes con materiali inconsueti come gesso, caolino, tela grinzata o a quadrati. Nello stesso anno realizza Basi magiche e 90 scatolette di Merda d’artista, ma è a Herning in Danimarca che raggiunge l’apice della concettualità presentando la Base del Mondo: piedistallo capovolto a sostenere la Terra come se fosse un’opera d’arte.
Economia del Carnefice, il libro divenuto un successo postumo
L’ “Economia del Carnefice” è stato pubblicato postumo nel 1975, dodici anni dopo la sua morte. Si tratta di un libro che raccoglie una serie di scritti, appunti e aforismi dell’artista, in cui egli riflette sulla natura dell’arte, sulla società contemporanea e sulla condizione umana.
Il titolo stesso del libro è emblematico, in quanto fa riferimento alla figura del carnefice, ovvero colui che ha il potere di decidere sulla vita e sulla morte degli altri, ergendosi ad un livello superiore rispetto a chiunque, ma anche alla dimensione economica che permea molte delle relazioni umane.
Nel libro, l’autore lombardo affronta diversi temi importanti come l’alienazione dell’individuo nella società di massa, la mercificazione dell’arte e la sua trasformazione in un prodotto di consumo, la crisi dell’umanesimo e la perdita di senso della vita e l’attaccamento al denaro.
Il tono dei suoi scritti è spesso provocatorio e ironico con un linguaggio anche talvolta colorito, ma al contempo molto profondo e riflessivo. Manzoni non si limita solamente a criticare la società contemporanea, ma cerca anche di individuare le cause profonde dei mali che la affliggono.
Reazioni e critiche riguardo al pensiero ed alla scrittura di Piero Manzoni
Il libro “Economia del Carnefice” ha suscitato tante reazioni contrastanti nei lettori e nella critica. Alcuni lo hanno considerato un’opera fondamentale per comprendere il pensiero e l’arte di Manzoni, altri l’hanno giudicato troppo complesso e criptico.
In ogni caso, è indubbio che questo libro rappresenti un importante documento per la comprensione dell’arte e della cultura degli anni ’60, e che continui a essere oggetto di profondo studio e di riflessione da parte di numerosi studiosi e appassionati. Incuriositi comunque da una realizzazione postuma.
Economia del Carnefice, lettura interessante ed attuale
In conclusione possiamo dire certamente che il testo “Economia del Carnefice” di Piero Manzoni è un libro che merita veramente di essere letto e approfondito, per la sua grande capacità di mettere in discussione molte delle certezze della società contemporanea e di offrire spunti di riflessione sulla condizione umana, trattando temi di attualità, come il rapporto tra l’essere umano e i soldi, che anche nella società attuale è preponderante. O della divisione che crea la moneta proprio tra gli essere umani, essendo spesso causa di dissidi portando l’essere umano a preferire il denaro ai rapporti interpersonali. Un visionario quindi Piero Manzoni, andato via troppo presto e che certamente avrebbe potuto tirare fuori molte altre opere interessanti.