Aurelio Picca è conosciuto nel nostro paese per essere stato un importante poeta, ma anche scrittore e giornalista italiano. La sua fama è dovuta soprattutto a tutto quello che ha fatto per la cultura popolare e per la poesia.
Aurelio Picca nasce a Velletri nel gennaio del Sessanta prendendo il nome da suo nonno. Nella sua vita studia nella famosa Università di Roma La Sapienza, nella Facoltà di Lettere, per poi iniziare la sua carriera. Inizia a lavorare fin da piccolo nel suo bar di famiglia per poi ,come vedremo tra poco intraprendere una carriera di successo, caratterizzata dalla versatilità.
Infatti oltre a essere poeta nella sua carriera si è cimentato come giornalista, scrittore e videomaker.
La sua carriera inizia nel 1990 quando pubblica la raccolta di poesie. Mentre nel 1992 ne pubblica un’altra di racconti che si chiama La schiuma e che arriva come finalista nel premio prestigioso di Bergamo, sempre di quell’anno.
Ripete l’esperienza del premio Bergamo quattro anni dopo con un’altra opera che si chiama edita da giunti. Invece due anni dopo il suo romanzo Tutte Stelle, edito da Rizzoli, vince il premio prestigioso Aberto Moravia. Ancora è finalista al Premio Viareggio e infine vince anche un altro superpremio.
Ma la sua carriera non è fatta solo di poi si è visto che parliamo anche di un pubblicista e di un giornalista che ha collaborato e collabora con tanti giornali prestigiosi quali Corriere della Sera, Il Messaggero, Io donna ,ma anche nuovi argomenti e Max.
Si fa apprezzare anche nel ruolo di videomaker facendo vari lavori tra i quali asilo infantile, intervista a Edward Bunker e altri come per esempio elogio delle Torri e Palo Del Bianco.
Molti di questi libri quindi hanno avuto grande riscontro, rendendolo uno scrittore e un giornalista di successo, come dimostra il fatto che è stato chiamato nel cast fisso di un programma su Rai 2 degli anni scorsi, che si chiama reality, condotto dal famoso Enrico Lucci.
Parliamo di un format molto innovativo all’interno del quale sono protagoniste 8 personaggi inconsapevoli.
Nel corso degli anni ovviamente ha rilasciato delle interviste, alcune delle quali hanno colpito più delle altre i suoi sostenitori .Anche perché parliamo di uno degli scrittori italiani contemporanei più importanti ,e che addirittura ha avuto delle ottime recensioni in Francia, dove è stato definito come erede di Pasolini .
In particolare in un’intervista a Rolling Stone ha fatto delle dichiarazioni molto importanti ,anche intime, partendo dai suoi riferimenti culturali che ha collegato alla poesia italiana. Infatti ha rivelato di aver letto molti libri di poesia italiana partendo da Ugo Foscolo, ma non solo.
Questi riferimenti sono serviti per trovare un suo stile personale, aspetto per lui importante, perché come ha sempre dichiarato non gli piace chi scrive un libro non servendosi di una sua voce di un suo stile ma prendendo troppo spunto da altro.
Inoltre ha dichiarato che è molto soddisfatto dei racconti brevi che ha scritto perché ritiene essere una delle modalità che lo gratificano di più e nel quale si trova di più a suo agio
Si è lasciato andare anche a dichiarazioni intime raccontando di essere orfano, visto che il padre è morto quando lui aveva meno di due anni. Ha parlato anche della sua adolescenza e della sua giovinezza che sono state molto turbolenti, soprattutto per via di rapporti un po’ complicati con la madre. Ma anche per il fatto di aver fatto tanti lavori e poi aver perso il nonno a 19 anni.
Aurelio Picchia considerava suo nonno come una sua guida e infatti quando è morto si è sentito solo .
Nel corso di questa intervista non si è risparmiato dimostrando di essere un personaggio sincero autentico,nel senso che ha parlato anche dei suoi colleghi ma anche delle case editrici rivelando difficoltà gioie e dolori.
Di sicuro ci tratta di uno degli autori più innovative che abbiamo avuto negli ultimi anni nel campo della poesia e che ci invidiano anche all’estero.
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