Alberto Angela racconta l’esperienza davvero da brividi vissuta in passato: ecco il racconto, è stato vicino alla morte.
Alberto Angela, al pari di suo padre Piero (venuto a mancare purtroppo non troppo tempo fa) ha avuto e continua ad avere una fama da divulgatore davvero incredibile: portando avanti proprio l’eredità di famiglia, ha avvicinato tantissime persone alla scienza e alla cultura, diventando un personaggio televisivo molto amato.
Classe ’62, dopo gli studi in paleontologia e paleoantropologia e un’attività di ricerca ha seguito le orme del padre Piero iniziando un’attività di divulgazione scientifica che porta avanti ancora oggi; sono diversi i programmi Rai in cui viene coinvolto, così come numerose le pubblicazioni.
Il suo lavoro, come facilmente intuibile, lo ha portato a viaggiare molto, anche in posti spesso non proprio facilmente raggiungibili e in situazioni ben poco “confortevoli”. In un precedente racconto, è stato lo stesso divulgatore a raccontare di quando, durante un viaggio, ha pensato di non riuscire a sopravvivere; un momento davvero intenso, ecco i dettagli.
Ben prima di iniziare la sua carriera come divulgatore, Alberto Angela ha iniziato a viaggiare in lungo e in largo per il mondo, sia con la famiglia che per i suoi studi o per la sua ricerca. Una volta, in India (praticamente da adolescente) si è ritrovato a viaggiare su un vecchio torpedone su sentieri sterrati alla Indiana Jones, anche se ha pensato di morire in un successivo viaggio.
“Siamo andati in Indonesia a visitare un’isoletta che si chiama Nias, dove c’era una tribù di ex tagliatori di teste. Ci siamo arrivati con un giorno e una notte di navigazione a bordo di un vecchio cargo senza radio, senza scialuppe, senza niente“ ha spiegato il divulgatore scientifico raccontando il viaggio, non di certo dei più comodi. I problemi sono arrivati nel viaggio di ritorno, quando si è scatenata una forte tempesta che ha fatto davvero tremare il giovane Alberto; in quel momento, ha pensato di non farcela.
“Ho pensato che saremmo affondati, che saremmo morti. Nessuno ci avrebbe più trovato. Il comandante me lo ricordo sotto la pioggia, al buio, che studiava una cartina tutta strappata, cercando di ricomporla come fosse un puzzle” la rivelazione. Fortunatamente, tutto è andato poi nel verso giusto e Alberto Angela ha potuto raccontare questa esperienza, dando il suo contribuito illustre in tanti programmi e non solo.
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