Storicamente la Siria è sempre stata una terra di conflitti, poichè terra di mezzo e snodo fondamentale tra il mondo mediterraneo, l’Egitto, Persia, Asia Minore, Caucaso, attraversato dalle vie commerciali verso la Cina ( via della seta ) e l’India. Religione e ragioni politiche sono il punto focale del conflitto siriano.
La rivolta in Siria ha il suo inizio in una piccola cittadina del Sud del paese, Daraa. Dopo l’ingiusto arresto da parte della gendarmeria siriana nei confronti di due giovani studenti, rei di aver scritto sul muro della scuola frasi considerate altamente offensive nei confronti del regime di Assad. Dopo tale avvenimento, molti cittadini scesero in piazza per manifestare contro questi arresti, chiedendo anche più democrazia. Il 60% della popolazione siriana di fede sunnita, vive da oltre quarant’anni sotto la dittatura della famiglia di Assad. Facente parte degli alauita, ramo sciita, questa famiglia conosce una sola legge, ovvero, governare e comandare senza condividere il potere.
Le prime manifestazioni di dissenso contro il regime Assad entrano a far parte di quel movimento chiamato “primavera araba”. Si tratta delle proteste anti governative iniziate qualche mese prima in vari paesi del Nord Africa arrivando fino al Medio Oriente, creando le condizioni per l’inizio di guerre civili non ancora terminate come quelle della Siria appunto, dello Yemen e della Libia. Precisamente il 15 marzo 2011 scoppia la guerra civile in Siria. Assad ordina alle sue forze di sicurezza di iniziare a sparare sulla folla, da quel momento la rivolta si diffonde velocemente in tutte le principali città da Aleppo a Damasco.
Passano i primi mesi, ma non le proteste della popolazione e la repressione crudele e brutale da parte dei soldati di Assad. Tanti ex militari, schifati da quanto stesse accadendo, magari avendo perso qualche parente o amico, decide di arruolarsi con “L’esercito libero siriano” voltando le spalle così ad Assad.
Assad è sempre più deciso di andare a reprimere chiunque è contro il suo regime, tra gli episodi più tragici e dolorosi c’è l’attacco al villaggio di Houla, quando i soldati bombardarono quella zona controllata dai ribelli. 100 vittime, più della metà erano dei bambini.
Terrore, sangue, la guerra in Siria diventa sempre più cruenta, tanto da indurre gran parte della popolazione civile a lasciare il paese, in due anni oltre un milione di persone lascerà il territorio siriano.
Ci troviamo dentro una vera e propria guerra civile. Ad Aleppo vi è stata la battaglia più importante, che viene riconquistata totalmente dal regime di Assad. Dopo 4 anni di divisione a metà, la città è stata tolta del tutto dalle mani dei ribelli. Dopo il successo avuto ad Aleppo, ottenuto con una violenza e repressione inaudita, il dittatore subisce le prime sconfitte. I ribelli conquistano diverse città a nord della Siria, arrivando a minacciare il territorio della costa, dove si trovano diverse comunità Cristiane ed Alauite. Successi anche a Sud, sono gli anni in cui le stragi terroristiche aumentano e proliferano purtroppo in tutto il mondo. Tanto che il governo di Assad e considerato vacillante e vicino alla caduta. Nel 2015 entra la Russia nel conflitto, schierandosi con Assad, il 30 settembre 2015 l’esercito russo inizia a bombardare senza pietà l’esercito civile libero siriano, i cosiddetti ribelli.
Il dittatore russo sapeva che se sopravviveva Assad, viveva anche quanto di buono era stato generato tra le relazioni sempre buone tra i due paesi che vanno avanti dai tempi della guerra fredda. E soprattutto la Russia inserendosi nel conflitto e determinandone il risultato ha voluto far sentire il suo peso al mondo intero, è la guerra in Siria era un buon scenario per iniziare. E adesso a farne le spese purtroppo è l’Ucraina.
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