Qualche anno fa è nato il progetto chiamato Libra e cioè la valuta digitale per gli unbanked, portato avanti da Facebook ,e che poi è fallito.
In questo articolo andiamo a vedere nello specifico cosa è successo. Ma già in sintesi possiamo dire che il problema principale è stato inerente ai rischi per quanto riguarda la privacy, nonché la mancanza di controllo pubblico.
Qualche anno fa Mark Zuckerberg decise di avviare il famoso progetto Libra e cioè la moneta digitale di Facebook. Si trattava, almeno nell’idea del famoso capo di Facebook, di un sogno che si realizzava e cioè quello di creare una criptovaluta che sia legata ai social.
In pratica quindi già da qualche anno Facebook, che oggi si chiama Meta, cerca di sperimentare dei nuovi progetti per avviare delle valute digitali, ma finora senza avere successo.
In ogni caso, volendo parlare del progetto Libra, ricordiamo che venne lanciato nel classico stile Flamboyant di Facebook, precisamente nel giugno 2019.
L’obiettivo che c’era dietro a questo progetto era molto ambizioso e cioè creare una moneta digitale che sfruttasse l’enorme numero di persone che utilizza i social network, per proporre nuove soluzioni di pagamento.
In un certo senso l’interno era anche mobile e cioè quello di donare l’accesso ai pagamenti digitali a tutte quelle persone che ne erano escluse. In tutto questo l’azienda Facebook avrebbe avuto come vantaggio quello di attirare due potenti sui social, e al contempo avrebbe potuto espandere i prodotti connessi.
Molto importante da ricordare è che Facebook ha creato un’associazione chiamata Libra, indipendente dall’azienda californiana, almeno dal punto di vista formale. Questa associazione avrebbe dovuto nelle intenzioni emettere una criptovaluta Calibra, grazie all’aiuto di tanti partner.
Si trattava nello specifico di partnership prestigiose e colossi dei pagamenti digitali quali PayPal, MasterCard e Visa.
Inizialmente il piano prevedeva la creazione di varie attività finanziarie in numerose valute comprese quelle più importanti come euro e dollaro. Si parlava di una dimensione notevole, che avrebbe garantito il valore della valuta Calibra secondo quel metodo di collateralizzazione 1-1 ,comune a molte StableCoin.
Dal punto di vista tecnico il progetto si sarebbe basato sulla blockchain tipica delle criptovalute. Ma si trattava nello specifico del tipo permissioned, perché era gestita dall’associazione stessa.
Il paese scelto per lanciare il progetto era stato la Svizzera, considerato aperto per quanto riguarda le criptovalute. Il progetto Libra avrebbe dovuto essere avviato nei primi mesi del 2020, ma fin da subito iniziò ad avere molti problemi.
Innanzitutto le autorità statunitensi sfruttarono l’occasione per far pagare a Facebook tutti i numerosi scandali legati alla privacy e all’uso dei dati degli utenti, che erano esplosi negli anni precedenti.
Lo scopo era quello di mettere in dubbio la capacità del progetto Libra di gestire tutti gli aspetti, che erano molto delicati per quanto riguarda l’infrastruttura globale dei pagamenti.
Tutto questo comportò una cosa molto grave per il progetto e cioè il fatto che i partner in maniera molto rapida cominciarono rapidamente a uscire dall’Associazione, partendo proprio dalle aziende impegnate sul versante pagamenti, che abbiamo già nominato prima.
Inoltre le autorità dei paesi emergenti non erano molto favorevoli a una valuta che sarebbe stata imposta ai mercati attraverso i social, ma senza nessun controllo pubblico.
In più consideriamo che, le tante audizioni fatte dai dirigenti del progetto Washington, non riuscirono a eliminare i dubbi dei più scettici. Anzi dietro l’impressione di una inscalfibile hybris ,da parte del capo di Facebook Zuckerberg.
Infine anche le banche centrali non poterono fare a meno di sottolineare il fatto che il progetto era troppo vago dal punto di vista della privacy, della prevenzione delle frodi e dei controlli antiriciclaggio, volendo solo parlare delle cose più importanti.
A maggio 2020 quando il mondo stava affrontando il problema dell’emergenza Covid-19 viene rinominata Novi per sottolineare un’indipendenza maggiore da Facebook. Tutto questo invece fa credere più ottimisti che il progetto era solo rimandato, come dimostrava la previsione del famoso Magazine Financial Times, che prevedeva un lancio della criptovaluta per il gennaio del 2021.
In ogni caso il progetto stava già cambiando molto perché in quel caso la moneta di Facebook non sarebbe stata più una valuta internazionale, ma ne sarebbe stata creata una per ogni paese, con uno specifico paniere di asset denominati proprio di quel paese.
Infine a dicembre del 2020, Libra venne rinominata di nuovo con un altro nome e cioè Diem, proprio per accentuare ancora di più la diversità rispetto al progetto originale.
Ma nonostante tutti gli sforzi il progetto non riuscì a decollare perché le autorità erano sempre più scettiche. Addirittura anche le autorità della Svizzera, che in un primo momento avevano accolto molto bene questa idea, stavano cominciando a diventare più critiche.
Per quanto riguarda quindi il progetto Libra in quel momento quindi cominciano a rimbalzare molte voci che facevano pensare che tutto era solo rimandato, e che sarebbe stato attivato entro fine 2021, ma in realtà non c’è stato più niente di concreto.
Secondo alcuni critici questo progetto si può riassumere usando una frase che va molto di moda presso la Silicon Valley, perché è come se fosse un motto cioè quello che tutto finisce presto, proprio perchè il progetto Libra ha proprio avuto una fine rapida e una breve vita.
In realtà c’è chi comunque ha voluto sottolineare quelli che potevano essere gli aspetti positivi, perché lo sviluppo del Metaverso si sposava bene con una valuta digitale. Ma tuttavia si dice che Zuckerberg non ha rinunciato completamente a questa idea.
Secondo la sua opinione, ma anche secondo quella di altri esperti, i pagamenti collegati a Facebook sarebbero positivi soprattutto per contrastare la concorrenza sempre più spetta degli altri social. Vedremo quello che succederà in futuro perché magari questo è stato solo un fallimento momentaneo.
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