Avviato un procedimento disciplinare nei confronti del giudice Cuno Tarfusser. Aveva chiesto una revisione del processo sulla strage di Erba
È stata una delle storie di sangue più efferate e drammatiche degli ultimi vent’anni di storia italiana. La strage di Erba ha segnato un’intera generazione, scatenando detrattori, complottisti e giustizieri della prima ora.
A quella strage del 2006 sono collegati i due coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo per aver ucciso con coltello e spranga Raffaela Castagna, Youssef Marzouk, suo figlio, Paola Galli e Valeria Cherubini. Una strage che colpì milioni di italiani per la crudeltà ed efferatezza del gesto e di cui si torna a parlare ancora oggi. Questa volta, però, non si tratta di una richiesta dei due coniugi, ma della notizia dell’avvio di un procedimento disciplinare a carico del giudice Cuno Tarfusser, il quale aveva fatto un’istanza di revisione della condanna di Rosa e Olindo.
A diffondere la notizia è stato il Corriere della Sera, secondo cui il Procuratore generale di Milano ha dato il via al procedimento disciplinare a carico di Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale di Milano. Secondo la Procura generale della Cassazione, il procedimento non riguarda il contenuto (e quindi la fondatezza della richiesta di revisione), ma le modalità in cui il giudice ha agito. Secondo la pg Francesca Nanni, Tarfusser non l’ha mai avvista (come affermato invece dal giudice), se non tramite una e-mail che, però, non non conteneva al suo interno nessun riferimento alla condanna dei coniugi della strage di Erba.
L’accusa nei confronti del pg milanese è infatti quella di aver agito senza alcuna delega dal suo capo. Il giudice avrebbe infatti avuto contatti con gli avvocati dei coniugi Romano e Bazzi, Fabio Schembri e Paolo Sevesi. I due legali avrebbero infatti fornito a Tarfusser presunte “nuove prove” riguardo la vicenda della strage che favorirebbero Olindo e Rosa. A quel punto il giudice avrebbe depositato alla pg Nanni una richiesta per ottenere la revisione degli ergastoli a seguito della condanna per quadruplice omicidio.
Il sostituto pg di Cassazione, Simone Perelli, ha quindi interrogato Tarfusser, il quale ha rivendicato la sua imparzialità sulla questione. Il giudice afferma, infatti, di aver fatto solo il suo dovere e che richiedere l’accertamento di possibili elementi a favore dei due ergastolani sia attinente al suo ruolo. Il regolamento interno prevede che la competenza, in questo caso, sia dei due vertici a capo di una Procura Generale, ma per Taffuser questo si adatrerebbe ai casi ordinari, in cui la richiesta della revisione è affidata al difensore. In questo caso, invece, la richiesta viene formulata da un magistrato, accusato però di non aver avvisato.
In questo momento, la pg Nanni ha ritenuto inammissibile trasmettere la richiesta di revisione alla Corte d’Appello di Brescia. L’atto, infatti, viene considerato realizzato e inviato a titolo personale da Tarfusser e non dalla Procura generale di Milano. Non è ancora chiaro quale sarà l’esito di questa “diatriba” tra giudici, ma la spaccatura (almeno al momento) risulta evidente
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