Il nostro è un Paese spaccato dalle varie correnti di pensiero politico e questo è dovuto soprattutto alla molteplicità dei partiti esistenti. C’è chi conserva un orientamento ideologico estremista, chi moderato e chi non si rivede nella politica attuale. Uno degli uomini politici più influenti della Repubblica italiana e senz’ombra di dubbio Bettino Craxi. A distanza di oltre venti anni dalla sua morte, la politica di Craxi suscita ancora sentimenti controversi: la dicotomia tra ‘ultimo statista’ e ‘latitante’ è più viva che mai.
Per un uomo così divisivo – amato e odiato nello stesso tempo – è giusto dedicare una biografia che analizzi tutti i suoi aspetti, nel bene e nel male.
La biografia di Bettino Craxi è a senso unico quanto incredula, visto che durante gli anni della sua infanzia la dimensione religiosa sembra prevalere su quella politica. Anni in cui non avrebbe sicuramente immaginato di ricoprire posizioni di potere.
Alla tenera età di 17 anni, l’inizio della scalata nel mondo politico: entra a far parte del Partito socialista italiano. Durante gli anni universitari (prima iscritto alla facoltà di Giurisprudenza e poi a quella di Scienze politiche) tiene i suoi primi discorsi in pubblico, organizza incontri, dibattiti ed entra a far parte del Comitato provinciale del Psi milanese.
Gli impegni legati alla sfera politica non gli consentono di terminare gli studi, tant’è che viene eletto prima consigliere comunale a S. Angelo Lodigiano e successivamente a Milano. Poco dopo anche assessore all’Economato.
Dopo aver ottenuto altri incarichi politici, nel 1968 arriva una vera e propria svolta: viene eletto deputato a Montecitorio. Otto anni più tardi è al timone del Psi, iniziando una politica di svecchiamento e innovativa.
Gli oneri non sono ancora terminati: nel 1979 viene eletto eurodeputato e nel 1983 Sandro Pertini gli affida l’incarico per la formazione del nuovo governo. Fino a marzo 1987 guida due governi di coalizione tra DC, PSI, PSDI, PLI, PRI.
Gli anni politici successivi, però, sono caratterizzati da parecchi terremoti giudiziari. Infatti, a seguito delle inchieste su tangentopoli, viene condannato definitivamente per corruzione e finanziamento illecito al Psi.
Craxi si è sempre dichiarato innocente ma consapevole che il Psi aveva accettato dei finanziamenti illeciti, sottolineando che per numerosi anni tutti gli altri partiti si sarebbero finanziati illegalmente.
Muore nel 1994 ad Hammamet (Tunisia), posto in cui si era ritirato proprio a seguito delle condanne giudiziarie.
Adesso che hai chiaro il percorso temporale, scopriamo insieme Craxi cosa fatto per quel che concerne il suo impegno istituzionale. Come ti sarai potuto rendere conto, la politica è la costante della sua vita, una passione che sin da giovanissimo segna un rapporto simbiotico.
Una delle sue intuizioni più grandi è stata quella di capire che negli anni 80 l’Italia era entrata in un vortice del consumo sfrenato e la dimensione ideologica delle persone era pressoché inesistente. Inoltre, è stato anche il primo a comprendere la potenza mediatica televisiva, sfruttata successivamente a pieno da Silvio Berlusconi.
L’operato di Craxi va però analizzato anche sul piano della politica economica. Durante gli anni della sua presidenza del Consiglio, l’inflazione scende dal 12.30% al 5.20% e i salari crescono di due punti. L’Italia diviene il quinto paese industriale del globo.
Una grossa spina nel fianco è però segnata dal debito pubblico che raggiunge cifre stratosferiche: da 234 a 522 miliardi di euro. E il rapporto tra debito pubblico e PIL passa dal 70% al 90% nel giro di pochi anni.
Il governo Craxi accende inoltre i riflettori sull’evasione fiscale nel commercio al minuto. Introducendo l’obbligo dello scontrino fiscale e del registratore di cassa. Una scelta, all’epoca, assolutamente rivoluzionaria che fu molto contestata. Come ogni legge in Italia che prova a introdurre qualcosa che non sia lo status quo.
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